
La discesa in campo di Elon Musk nel ruolo di braccio destro del presidente americano Donald Trump si ripercuote negativamente sulle vendite in Europa della sua Tesla. A gennaio, anno su anno, le immatricolazioni di modelli elettrici della casa americana si sono quasi dimezzate: -45,2%, ovvero 9.945 acquistati rispetto ai 18.161 con cui aveva aperto il 2024. Scende anche la quota mercato dall'1,8% all'attuale 1%. In un contesto europeo che il mese scorso è calato del 2,1%, la casa americana ha fatto peggio. Il segnale per Musk è soprattutto politico e deriva dalle sue intromissioni, in particolare alla vigilia delle elezioni in Germania, a sostegno del partito di estrema destra. In secondo piano, a questo punto, passano le strategie di fine anno applicate dal tycoon sui listini, allo scopo di sostenere i conti, e l'attesa della nuova Model Y in arrivo a primavera. Sui social, intanto, facendo riferimento al presunto saluto nazista di Musk, il marchio viene definito con disprezzo «Swasticar».
Ma tira brutta aria anche nel board di Tesla visto che negli ultimi 12 mesi il presidente del cda, Robyn Denholm, ha venduto il 65% delle sue azioni e opzioni incassando 168 milioni di dollari. Un segnale di sicura preoccupazione e scarsa fiducia. Reazione negativa ovviamente anche in Borsa con le azioni in caduta libera: -8,45% ieri alle 19 italiane, con la capitalizzazione scivolata sotto quota 1.000 miliardi di dollari.
Neppure il rialzo delle vendite in Europa di vetture elettriche ha dato una mano a Tesla, marchio leader ma ora sempre più insidiato dal cinese Byd. A gennaio, infatti, le immatricolazioni di veicoli a sola batteria sono cresciute del 34% a 124.341 unità, conquistando una penetrazione del 15%.
È intanto partito male il 2025 per Stellantis che proprio oggi annuncerà i risultati dell'esercizio 2024, in pratica il lascito di Carlos Tavares, l'ad al quale è stato dato il benservito all'inizio dello scorso dicembre. Per Stellantis vendite giù del 16% e quota in calo dal 18% al 15,5% con tutti i marchi negativi a eccezione di Alfa Romeo (+21,3%). Gli altri brand: Lancia -73,2%, Ds - 41,1%, Opel -27,7%, Fiat -20,4%, Citroën -16,8%, Jeep -9,6%, Peugeot -3,4%, Maserati a altri -25,2%.
Bene, invece, il gruppo Volkswagen (+5,3%), sempre primo produttore in Europa, e altrettanto il gruppo Renault (+5,4%). Da segnalare, a proposito di Renault, i complimenti che l'ad Luca De Meo ha ricevuto da Le Figaro che lo ha descritto come «il salvatore della casa francese, l'esatto opposto di Carlos Tavares; l'italiano De Meo ha dato un'anima a Renault, l'immagine del marchio è diventata cool e le auto fanno di nuovo sognare». Da capire, ora, quale futuro ha in mente De Meo: ancora in Renault? Dare seguito alle indiscrezioni su possibili nozze Renault-Stellantis? E se il presidente John Elkann gli proponesse la guida di Stellantis, gruppo tutto da rilanciare? A proposito di Elkann, Le Monde gli dedica un ampio servizio definendolo il «king maker» dell'automotive.
Il nuovo ad? «Abbiamo buoni candidati interni e buoni candidati esterni - la risposta del presidente di Stellantis e ad di Exor - ci vogliamo dare tutto il tempo necessario per trovare il miglior leader possibile e per calibrare correttamente le sfide da affrontare».
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