Tim vola con Barclays e scommette su Poste

Il titolo balza del 6,2% dopo la promozione degli analisti. Freni: "Vivendi? Mai stato un partner"

Tim vola con Barclays e scommette su Poste
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Ieri poderoso scatto del titolo Tim (+6,2% a 0,297 euro) che incassa la conferma del «buy» di Barclays e un aumento del prezzo obiettivo a 0,40 euro per azione. Una spinta di non poco conto, che arriva dopo un periodo di flessione collegabile allo spegnersi delle aspettative di un'Opa imminente e alle brusche correzioni dovute ai dazi che hanno coinvolto tutti i listini europei.

Tuttavia, almeno per Barclays la possibilità di nozze è tutt'altro che da archiviare. «Sebbene la recente acquisizione da parte di Poste Italiane della quota di Cdp possa rappresentare un ostacolo per Tim nel perseguire il consolidamento - recita il report - vi sono molte altre possibili iterazioni, poiché con il ritorno sul capitale investito dell'industria italiana delle telecomunicazioni prossimo allo zero, il mercato ha bisogno di consolidarsi e l'Antitrust europeo è diventato più costruttivo». Inoltre, ci sono prospettive di miglioramento anche per quanto riguarda il business in senso stretto: «La concorrenza rimane impegnativa nel segmento consumer nazionale, ma la forte crescita nel segmento enterprise dovrebbe più che compensare il gap e dunque consentire una crescita più equilibrata» spiegano gli analisti. Il gruppo guidato da Pietro Labriola, del resto, è aperto a tutte le ipotesi con Poste Italiane che ha preso in mano le redini della situazione e sta riflettendo sui prossimi passi, che dovranno giocoforza passare anche dal dialogo con i francesi di Vivendi. Il mercato si aspetta un possibile rafforzamento della quota (al 9,8%), ma anche il fondo Cvc (che aveva trattato per rilevare il 23,7% in mano a Vivendi) e Iliad rimangono alla finestra pronti a rientrare in gioco.

«L'auspicio è che Tim possa avere una strada tracciata», ha detto ieri il sottosegretario del Mef, Federico Freni, interpellato in merito alla possibilità che Poste possa rilevare la quota di Vivendi in Tim. «L'ingresso di Poste è importante perché dà solidità all'asset anche perché qualsiasi cosa che Poste tocca diventa oro». Inoltre, ha aggiunto Freni, «il dialogo con Vivendi mi sembra avviato su una certa linea da un po' di tempo, Vivendi non è mai stato un partner strategico-industriale in Tim».

Tim, secondo Barclays, ha sulla sua strada miglioramenti sul fronte dei margini, con i rischi che possono derivare da un rallentamento macroeconomico in Italia e in Brasile con il titolo che conserva comunque un buon rapporto tra rischio e rendimento.

Tra le possibili sorprese positive, anche l'incasso di earn-out collegati alle nozze tra Open Fiber e Fibercop con le trattative che ora entreranno nel vivo con il raggiungimento dell'accordo di chiusura del project financing di Open Fiber con le banche.

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