Unicredit, si rafforzano i fondi esteri

Rispunta Abu Dhabi. Bisoni: "Crescerà il ritorno sul capitale"

Unicredit, si rafforzano i fondi esteri

Unicredit si impegna ad «accrescere il ritorno del capitale investito» per tutti quei soci rimasti a bocca asciutta, con il dividendo congelato almeno fino ad ottobre e il piano di riacquisto di azioni proprie interrotto, in seguito alle indicazioni delle autorità finanziarie nazionali ed europee. A sostenerlo è stato Cesare Bisoni, presidente del gruppo di Piazza Gae Aulenti, in occasione dell'assemblea di bilancio (approvato con il 98,8% dei consensi) svoltasi ieri a porte chiuse a causa dell'emergenza sanitaria in corso. «Queste decisioni rafforzeranno ulteriormente la patrimonializzazione della banca e la sua capacità di supportare l'economia reale anche in questa crisi», ha commentato il banchiere.

L'appuntamento annuale con i soci ha rivelato un ulteriore rafforzamento dei fondi internazionali. Ieri erano in assemblea, per delega, 2.302 azionisti rappresentanti il 59,7% del capitale. Ma tra questi non c'era Fondazione CariVerona, storico socio di Unicredit e titolare dell'1,8% del capitale della banca. In compenso tra i soci è ricomparso il fondo Abu Dhabi attraverso Aabar Luxemburg con il 2,02% del capitale, una partecipazione che non figurava negli aggiornamenti Consob successivi all'entrata in vigore, lo scorso 17 marzo, degli obblighi di comunicazioni per le quote maggiori del 1 per cento. Il fondo arabo lo scorso gennaio aveva ridotto la propria quota dal 4,98% al 2,02% ma era successivamente scomparso dai rilievi delle autorità di Borsa. All'appuntamento con gli azionisti si è poi presentata una pletora di fondi internazionali Dodge & Cox (con il 4,29% del capitale), Europacific Growth Fund (con il 2,97%) il Norges Bank (2,88%), Vanguard (1,75%). Delle Fondazioni invece, che hanno visto progressivamente ridursi la presa sul gruppo al 5% circa del capitale, è stata registrata la presenza di Fondazione CrT con l'1,64% del capitale.

Quanto al prossimo futuro «continueremo a fare la nostra parte fino a quando questa situazione complessa e difficile da affrontare lo richieda», ha dichiarato Bisoni, ricordando le iniziative del gruppo a sostegno dei territori colpiti dalla pandemia. Rispondendo anticipatamente alle domande inviate dagli azionisti, Unicredit ha confermato la persistenza di «incertezze» legate all'emergenza sanitaria che «rendono di difficile valutazione ogni previsione circa gli impatti, ad oggi non quantificabili, sulla profittabilità del gruppo».

Unicredit ha poi confermato di avere allo studio il progetto di sub holding e ha invece escluso operazioni di natura straordinaria sia acquisizione che

cessioni ad «eccezione di eventuali acquisizioni minori nei mercati di interesse in Europa centro-orientale». Il gruppo guidato dall'amministratore delegato Pierre Mustier ha infine negato di voler traslocare la sede all'estero.

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