Il Cairo - Undicesima giornata di proteste contro Mubarak. In piazza Tahrir, al Cairo, vi sarebbero due milioni di persone. Ad Alessandria un milione. Subito dopo la preghiera del venerdi i manifestanti hanno ripreso a protestare contro il presidente. Al Cairo la preghiera sulla grande piazza Tahrir è stata seguita da migliaia di persone. Nel sermone è stato sottolineato che la protesta è "nazionale". Nelle prediche nelle moschee gli imam hanno lanciato appelli alla calma ai manifestanti, che continuano ad affluire alla piazza, molti con le bandiere egiziane, nel tentativo di bissare la marcia del milione di martedì.
Le voci dal Cairo Da quanto dichiarato dalla tv al Arabiya, sembra che Mubarak per i prossimi mesi resterà presidente solo formalmente. Lo avrebbe dichiarato in un comunicato il vice presidente Omar Suleiman oggi in riunione con il "Comitato dei saggi", composto da diverse personalità del mondo politico, economico e culturale egiziano. Nella trattativa, i ’saggì hanno assicurato che il movimento islamico dei Fratelli Musulmani non presenterà un loro candidato alle prossime presidenziali. Il Comitato ha poi chiesto che venga garantita l’incolumità a tutti i manifestanti e che si formi un governo tecnico che guidi il paese nella fase di transizione fino al voto.
L'esercito: non facciamo entrare i pro Mubarak "Siamo qui per proteggervi, i sostenitori del governo non entreranno": è il messaggio che i militari scandiscono con gli altoparlanti in piazza Tahrir al Cairo, mentre all’esterno gruppi di sostenitori di Hosni Mubarak iniziano a radunarsi.
L'ultimo discorso di Mubarak Non si segnalano grandi reazioni politiche al discorso di Mubarak, intervistato giovedi sera dalla televisione Usa Abc, alla quale ha detto di volere andarsene ma di non poterlo fare per evitare il caos al paese. In un comunicato i Fratelli musulmani hanno detto di non puntare alla presidenza del paese e di volere una regime democratico e civile. Il governo si è impegnato a garantire che le manifestazioni possano avvenire in maniera pacifica. Il ministro della Difesa Mohammed Hussein Tantawi si è recato personalmente nella piazza questa mattina per verificare le misure di sicurezza.
L'esercito controlla le strade I militari stanno presidiando le vie per evitare che bande di violenti possano entrare creando gli scontri violenti di due giorni fa. Continuano le limitazioni ai movimenti dei giornalisti ai quali viene impedito di accedere alla piazza ma, a quanto pare, senza le aggressioni fisiche dei giorni scorsi. Due inviati italiani sono stati fermati, i loro documenti sono stati controllati e dopo momenti di paura sono stati rilasciati.
Khamenei: è una sollevazione contro gli Usa "La più importante motivazione" della sollevazione popolare in Egitto E in altri Paesi arabi è eliminare «la dipendenza dagli Stati Uniti". Lo ha detto oggi la Guida suprema iraniana, ayatollah Ali Khamenei, aggiungendo che se questo movimento sarà capace di continuare nel suo percorso, "per gli Americani sarà una sconfitta irreparabile".
L'Ue: stop alle violenze Un forte appello ad evitare nuove violenze e a dare inizio ad "una transizione rapida e ordinata" in Egitto è lanciato dai leader della Ue, nella bozza di conclusioni del vertice. I leader, che seguono con preoccupazione la situazione. dichiarano "inaccettabile" ogni repressione della libertà di stampa, incluse le aggressioni e le intimidazioni ai giornalisti.
Berlusconi: Mubarak guidi la transizione Il presidente Mubarak deve guidare la transizione verso la democrazia, passaggio che deve avvenire senza traumi o scosse violente. Lo sostiene il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, parlando con i giornalisti a Bruxelles e augurandosi una "continuità di governo". "Il vento della libertà e della democrazia quando soffia è contagioso - ha detto Berlusconi - e questo vento sta soffiando e sta interessando molte persone. C’è un malessere generale non solo in Egitto ma anche in altri Paesi". "Mi auguro che ci possa essere una continuità di governo - ha aggiunto Berlusconi riferendosi all’Egitto -. Mubarak ha già annunciato che né lui né i suoi figli si presenteranno alle prossime elezioni e confido, come tutti gli occidentali che ci possa essere una transizione verso un regime più democratico senza rotture con un presidente come Mubarak, che è sempre stato considerato come l’uomo più saggio e punto di riferimento preciso per tutto il Medio Oriente".
L'Onu chiede indagini imparziali L’alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Navi Pillay, ha chiesto alle autorità egiziane di condurre indagini "trasparenti e imparziali" sulle recenti violenze nel Paese e teme che le violenze di ieri siano state programmate da qualcuno. "È necessario - ha detto - indagare per stabilire se le violenze erano pianificate e se così è, da chi. La violenza che speravamo non scoppiasse, è scoppiata mercoledì ed abbiamo visto scene scioccanti opporre gruppi rivali", ha detto sottolineando l’assenza della polizia e dell’esercito che non sono riusciti a dividere i due gruppi.
Maroni: allarme per la situazione nel Maghreb Le rivolte nel Maghreb fanno salire il rischio del terrorismo in Italia e in Europa, con la possibilità che uomini di al Qaeda si infiltrino tra i flussi di clandestini: la vigilanza è quindi "altissima", ha detto il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, in Polonia per una riunione con i ministre del G6.
"Al Qaeda - ha aggiunto Maroni - sta pensando infatti di sfruttare l’instabilità nell’Area per avere un peso maggiore negli assetti politici, nonchè infiltrare propri membri nelle comunità di connazionali presenti nei paesi europei".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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