È arrivata oggi la rivendicazione da parte del gruppo fondamentalista Boko Haram del rapimento delle ragazze nigeriane prelevate lo scorso 14 aprile in una scuola di Chibok, nello stato nord-orientale del Borno.
223 studentesse, liceali tra i 15 e i 18 anni, si trovano ancora nelle mani del gruppo, mentre 53 compagne sono riuscite a fuggire dalla prigionia. In un lungo video pubblicato oggi Abubakar Shekau, leader dei fondamentalisti, ha rivendicato il sequestro, minacciando di "vendere al mercato" le ragazze, come spose. Alcune delle sequestrate - secondo informazioni non confermate in via ufficiale - sarebbero già state vendute.
Il rapimento delle studente ha scatenato in Nigeria proteste che vanno avanti da giorni. I manifestanti contestano l'operato del presidente Goodluck Jonathan, che ieri ha detto di avere chiesto l'aiuto della comunità internazionale per le ricerche.
La first lady, Patience Jonathan, avrebbe invece ordinato l'arresto di due leader dei manifestanti. Una di loro, Saratu Angus Ndirpaya, della città di Chibok, ha accusato la moglie del presidente di negare che il sequestro sia mai avvenuto.
Gli attacchi contro le scuole sono diventati una triste consuetudine nella zona nord-orientale della Nigeria. Secondo un rapporto pubblicato a marzo dall'Ufficio per gli affari umanitari dell'Onu 115 scuole e 22 centri educativi sono stati distrutti nel 2014.
Quindicimila studenti da mesi non hanno accesso all'istruzione, 151 sono morti nello stato nord-orientale dello Yobe dal 2013: 59 in un attacco a febbraio.Centinaia di persone sono state uccise in una serie di attacchi degli islamisti di Boko Haram, che puntano a imporre la sharia in Nigeria e contestano qualsiasi commistione con lo stile di vita occidentale.
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