"La Bolivia è pronta ad accogliere chi denuncia - Non so se si tratti di spionaggio. Noi siamo qui". Che le parole pronunciate dal presidente boliviano Evo Morales avessero messo in allarme mezza Europa lo si è capito ieri sera, quando il suo aereo è stato costretto ad atterrare all'aeroporto di Vienna. La caccia ad Edward Snowden, il timore che il whistleblower del Datagate si dia alla fuga, corre sulle tratte aeree, con un occhio di riguardo per quelle percorse dalle autorità sudamericane.
Partito da Mosca, dove Morales si trovava per un incontro internazionale, l'aereo è stato costretto ad atterrare in Austria, dopo una lunga sequela di no da parte di paesi europei. Francia e Portogallo hanno impedito al velivolo di attraversare il proprio spazio aereo. L'Italia ha temporaneamente chiuso i suoi cieli. Il presidente boliviano ha definito lo stop forzato un atto di "prepotenza imperialistica", protestando veementemente. Dopo dieci ore e una serie di controlli, le autorità austriache hanno escluso che a bordo si trovasse Edward Snowden.
Il timore che l'autore del colossale leak che ha svelato il sistema di sorveglianza messo in piedi dalla Nsa fugga in uno dei paesi sudamericani non è infondato. Diversi attori sarebbero interessati ad accoglierlo, se non altro per uno "sgarbo" ai danni degli Stati Uniti, che nel frattempo a Snowden hanno tolto il passaporto, bloccandolo in una situazione non facile.
La talpa, che si troverebbe da una settimana nell'area di transito del Sheremetyevo
International Airport di Mosca, ha fatto richiesta di asilo a diversi Paesi, compresa l'Italia. Domani il ministro degli Esteri, Emma Bonino, potrebbe rispondere in Parlamento alla richiesta. Ma che da Roma arrivi un "sì", sembra a dir poco improbabile.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.