Punizioni corporali, crocifissioni ed ececuzioni di massa. Due giorni dopo aver conquistato Mosul, il gruppo jihadista dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isisi) distribuiva una "carta" con i sedici comandamenti a cui gli abitanti della seconda città irachena dovranno attenersi. Così, mentre nelle strade di Mosul i militanti continuano a distribuire copie del Corano, Qassem Atta, portavoce per gli affari di sicurezza del premier iracheno Nuri Al Maliki, ha denunciato che "centinaia di soldati" sono già stati "decapitati e impiccati a Salahaddin, Ninive, Dilaya, Kirkuk e nelle zone dove si trovano i jihadisti" dell'Isis.
Come riporta in esclusiva il quotidiano francese Liberation, nell’articolo 5 del documento, firmato dall'Ufficio media del governatorato di Ninive dell'Isis, si promette che "coloro che si oppongono alla volontà di Dio" saranno puniti "con l’esecuzione, la crocifissione, l’amputazione delle braccia o delle gambe, o l’esilio". All’articolo 6 si ricorda, poi, agli iracheni che "le moschee sono le case di Allah" e "si sollecita tutti i fedeli a compiere sempre nelle case di Dio le preghiere nelle ore stabilite". Nell’articolo 8 si vieta l’uso di alcol, tabacco e droghe. Le donne devono uscire per strada con il volto e il corpo completamente coperti dal niqab, a condizione che "lo spostamento sia necessario" e comunque autorizzato dal padre, dal fratello o dal marito e accompagnate da uno di loro. L’articolo 10 vieta qualsiasi manifestazione pubblica, perché contraria all’islam. Il documento inizia con una "notizia" agli iracheni e "con loro al mondo islamico intero" nel quale si afferma:
538em;">"Diamo la bella notizia di queste nostre conquiste divine; abbiamo liberato gli ostaggi dalle carceri degli apostati sciiti per mano degli eroi dello Stato islamico e i suoi soldati che hanno venduto la loro vita per rompere le catene dei loro fratelli liberando migliaia di loro".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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