"Finalmente respiriamo l'aria di casa. Faccio fatica a rendermene conto". Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, i due marò della Enrica Lexie, sono tornati oggi in Italia. Rimarranno in patria solo alcuni giorni, grazie a un permesso speciale accordato dalla Corte indiana. Accusati di avere ucciso due pescatori, scambiandoli per pirati, i fanti di marina sono atterrati a Fiumicino poco prima dell'una. Ad attenderli anche il ministro degli Esteri, Giulio Terzi.
Proprio il ministro, in un'intervista al Sole 24 Ore, si è impegnato a risolvere al più presto la vicenda dei due italiani, sottolineando però anche la necessità di rispettare la decisione della autorità indiane, in un quadro normativo non facile. Il punto chiave del caso, sul quale si dibatte, è proprio la giurisdizione. Ha definito l'episodio "paradossale dall'inizio alla fine". Anche il premier Mario Monti, che ha raggiunto telefonicamente i due ha ribadito l'impegno del governo.
Massimiliano Latorre, all'atterraggio a Roma, è sembrato incredulo. "Ringrazio - ha detto - le istituzioni tutte che ci hanno permesso di fare tutto ciò. Sono passati 10 lunghissimi mesi".
Quasi un anno lontani da casa non è bastato a far perdere d'animo i due ragazzi: "Siamo fiduciosi, lo siamo sempre stati e lo siamo oggi".Nel pomeriggio i marò sono saliti al Quirinale, dove hanno incontrato il presidente della Repubblica. Ieri, in una breve videoconferenza, Napolitano li aveva invitati a un incontro appena tornati in Italia.
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