Marò, protesta dell'India: "Inaccettabile". Girone: "Lo Stato non ci abbandona"

L'India contesta la decisione della Farnesina: convocato l'ambasciatore italiano

Marò, protesta dell'India: "Inaccettabile". Girone: "Lo Stato non ci abbandona"

Una decisione "assolutamente inaccettabile". Incredulo, il primo ministro indiano Manmohan Singh ha commentato così la scelta italiana di non rimandare i marò nel Kerala al termine del loro permesso.

Il primo ministro ha parlato della situazione su richiesta di un gruppo di destra. Ha garantito che il ministro degli Esteri Salman Khurshid si occuperà della situazione, sollevando la questione con il nostro Paese. Una risposta che non è bastata ai parlamentari, che hanno parlato di una vera e propria collusione tra Italia e India. Khurshid ha comunque convocato l'ambasciatore italiano a New Delhi, Daniele Mancini, per spiegare la decisione presa a Roma.

La decisione annunciata ieri dal ministro Terzi non è piaciuta ai politici indiani. E non poteva essere ben accolta da Gelastine Valentine, moglie di uno dei pescatori morti nell'incidente del 15 febbraio 2012. La donna ha chiesto che Latorre e Girone "siano riportati in India", sostenendo di non avere avuto ancora giustizia.

New Delhi non si muoverà fino al 22, quando scadrà il permesso accordato ai fucilieri della marina per le elezioni italiane. Ma si "aspetta dalla Repubblica italiana, come Paese impegnato nel rispetto della legge, che onori la dichiarazione giurata sovrana fornita da essa alla Corte Suprema".

Commosso il commento di Salvatore Girone, uno dei due marò italiani, che al Corriere ha detto: "Io lo sapevo, lo sentivo che il nostro Stato non ci stava abbandonando. Non ci avrebbe abbandonato. Ci hanno dato quattro settimane di tempo da quando ci hanno lasciato tornare in Italia per venire a votare, me lo sentivo che qualcosa sarebbe successo". Il fuciliere ha poi aggiunto che "non c’è proprio niente da festeggiare. - La nostra vicenda non è ancora conclusa", "ma non siamo degli assassini".

L'Unione Europea si è limitata a prendere "nota della dichiarazione del ministro", auspicando "che si trovi una

538em;">soluzione nel pieno rispetto della convenzione Onu sul diritto del mare e delle leggi internazionali e nazionali" e ribadendo il suo impegno "nella lotta alla pirateria a livello globale".

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