Grazie a Prism, il programma di sorveglianza che ha scatenato il "datagate", dall’11 settembre 2001 sarebbero stati sventati oltre 50 complotti terroristici contro gli Stati Uniti. Lo svela il capo della National Security Agency, Keith Alexander, nel corso di un’audizione in Congresso.
Intanto Obama difende a spada tratta il lavoro dell'intelligence, assicurando che i programmi per controllare e raccogliere i dati telefonici e informatici sono trasparenti. Usa proprio questo aggettivo Obama, trasparenti. Dopo lo scoppio dello scandalo "datagate", nato dalle rivelazioni al Guardian dell'ex impiegato della Cia Edward Snowden, il presidente prova a rassicurare i propri concittadini: il Grande fratello messo in atto dall'Nsa (Agenzia per la sicurezza nazionale) non era un'abominevole violazione della loro privacy (e quindi della loro libertà), e tutto è stato fatto per rafforzare la lotta al terrorismo, nel rispetto della legge e sotto il controllo del massimo organo di rappresentanza dei cittadini, il Congresso.
Il presidente ha detto la sua sul "datagate" nel corso di un’intervista rilasciata al giornalista Charlie Rose, registrata domenica poco prima di partire per il G8, in corso a Enniskillen in Irlanda, e mandata in onda lunedì sera sull'emittente Pbs. Obama ha assicurato che i programmi sono sorvegliati dal Congresso (i leader della Commissione intelligence del Senato, una democratica e un repubblicano, giorni fa avevano detto la stessa cosa) e dalle corti federali. "Questa è la ragione per cui abbiamo istituito la Fisa Court", ha detto riferendosi alla giuria creata per autorizzare (ovviamente in segreto) questo tipo di operazioni. Il presidente ha poi assicurato che si confronterà con una commissione indipendente a difesa dei diritti civili e della privacy già istituita per sorvegliare i programmi. Qualcuno a questo punto potrà osservare che si chiude la stalla quando i buoi sono scappati... Obama ovviamente tira l'acqua al proprio mulino e, rivolgendosi agli ascoltatori, dice: "Se siete americani, la Nsa non può ascoltare le vostre telefonate e prendere di mira le vostre email... e non lo ha fatto".
Gli Usa e la Cina sulla cyber guerra
Obama ha detto che la Cina ha capito il suo messaggio "molto franco" contro lo spionaggio informatico, un problema - ha sottolineato - che può minare alla base" le relazioni diplomatiche tra le due grandi potenze. "Abbiamo avuto una conversazione molto franca a questo proposito: hanno capito che questo potrebbe minare alla base le relazioni
sino-americane".
Snowden: impossibile un processo equo negli Usa
Avere un processo equo negli Stati Uniti? Impossibile. Ne è convinto Edward Snowden. In una livechat con i lettori del Guardian l’ex dipendente della Cia prende di mira il suo Paese: "Il governo degli Stati Uniti, così come ha fatto con altri informatori, ha prontamente e prevedibilmente distrutto ogni possibilità di giusto processo in patria". La talpa
dell’Nsagate torna poi ad accusare Obama per non aver mantenuto fede alle promesse fatte in campagna elettorale: "Sfortunatamente dopo l’elezione Obama ha chiuso la porta alle indagini sulle sistematiche violazioni di legge, ha portato avanti molti programmi ingiusti e ha rifiutato di spendersi per la fine delle violazioni dei diritti umani, per
esempio a Guantanamo".
Gli americani lo vogliono in prigione
La maggioranza dei cittadini americani vuole la "talpa" del datagate in prigione: lo rivela un
sondaggio condotto da Usa Today e Pew Research Center, secondo il quale il 54% ritiene che Snowden debba essere perseguito penalmente per aver diffuso documenti top-secret. Per il 38% invece, non dovrebbe finire dietro le sbarre.
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