Siria, 1000 morti in 7 giorni  Ucciso cameraman libanese

Le forze governative continuano la repressione contro i ribelli. Il governo chiede garanzie scritte e fa slittare il piano di pace dell'Onu

Siria, 1000 morti in 7 giorni  Ucciso cameraman libanese

Il cessate il fuoco in Siria? Un banale "errore di interpretazione". A sostenerlo è Jihad Makdessi, portavoce del ministro degli Esteri, secondo il quale l'Onu ha dato per scontato troppe cose, dando per certo l'impegno di Damasco a cessare le azioni contro i ribelli e la carneficina in corso da mesi.

Nulla da fare dunque. Il ritiro delle truppe governative, che doveva prendere il via domani, portando ad un cessate il fuoco entro il 12 del mese, è rimandato in data da destinarsi. O, secondo la versione ufficiale fornita dalla Siria, fino a quando tutte le forze di opposizione non si impegneranno per iscritto, fornendo al governo garanzie sulle loro intenzioni. Un'eventualità piuttosto remota, secondo gli osservatori, tenuto conto che le divisioni interne alle forze d'opposizione potrebbero rendere difficile un accordo in questo senso.

Nessuna sorpresa dunque se Riad al Assad, comandante della principale forza armata ribelle, l'Esercito libero siriano, dichiara di sostenere a parole il piano dell'Onu, ma non vuole impegnarsi per iscritto ad abbassare le armi, fiutando il possibile "inganno" da parte delle forze governative. Ed è pronto a tornare a sparare se le forze di Damasco lo faranno per prime.

L'ultima settimana è stata segnata da ulteriori violenze. Secondo Qassem Saad al-Din, portavoce dell'Esercito libero siriano, in sette giorni sarebbero state uccise almeno mille persone. Negli ultimi quattro mesi - denuncia un rapporto di Human Rights Watch - sarebbero state almeno cento le esecuzioni sommarie per mano delle forze governative, concentrate nelle province dove si combatte con più vigore: Homs e Idlib.

La tensione non si allenta e gli scontri continuano anche lungo i confini della Siria. Fonti di Ankara parlano di forze militari governative che avrebbero aperto il fuoco contro un campo rifugiati in territorio turco, provocando almeno tre feriti.

Un giornalista libanese è

morto sul confine tra Siria e Libano, colpito da un proettile. Il reporter, Ali Shaaban, lavorava come cameraman per Al Jadeed Tv. I colpi di arma da fuoco che l'hanno ucciso sarebbero arrivati dal lato siriano del confine.

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