Svolta in India: marò fuori dal carcere

Firmato il decreto per il trasferimento: i nostri due soldati presto ai domiciliari in una struttura ad hoc. Venerdì nuova udienza per la libertà su cauzione

Svolta in India: marò fuori dal carcere

I nostri due marò in galera in India verranno trasferiti, forse domani, o in qualche giorno in un ex riformatorio che assomiglia di più ad un regime di arresti domiciliari, che ad un carcere. Da parte italiana nessuno si sbilancia perchè gli indiani ci hanno abituato a continui rinvii e colpi di scena, ma il decreto per il trasferimento sarebbe già stato firmato da Oommen Chandy, il governatore dello stato del Kerala. Lo stesso che la scorsa settimana ha avuto un incontro tesissimo con il sottosegretario agli Esteri, Staffan De Mistura, proprio sul nodo di un trattamento diverso dei marò. Salvatore Girone e Massimiliano Latorre sono due militari in servizio e l’Italia ha chiesto più volte di non confonderli e mescolarli in carcere con i detenuti comuni.

«Il trasferimento in un luogo più consono alla divisa che indossano lo abbiamo fortemente chiesto, ma lo commenteremo solo quando alle parole saranno seguiti i fatti. Abbiamo già vissuto momenti di speranza e di disillusione e lo stesso vale per i familiari dei marò» dichiara caustico, a Il Giornale, il sottosegretario de Mistura.
La nuova sistemazione è ufficialmente un carcere, secondo il sito del governo del Kerala, ma in disuso dal 2002, quando ha ospitato gli ultimi detenuti. Conosciuto come Borstal school è in realtà un ex riformatorio per giovani delinquenti dai 18 ai 21 anni. E si trova nelle vicinanze dell’aeroporto di Kochi, dove i marò sono stati arrestati tre mesi fa. Nella città sulla costa era rientrata con un tranello la petroliera Enrica Lexie, dopo l'incidente del 15 febbraio che è costata la vita a due pescatori uccisi dai marò secondo l'accusa indiana.

L'ex riformatorio è stato rimesso in sesto per ospitare i sottufficiali e le guardie che continueranno a sorvegliarli. Avranno a disposizione due stanze, una veranda, un cucinino, oltre ai servizi ed uno spazio aperto. Più una guest house che una galera in una condizione simile agli arresti domiciliari. Potranno comunicare con i familiari via telefono meglio di prima e forse riusciranno ad ottenere il computer. La notizia dell’imminente trasferimento pubblicata dalla stampa indiana ha trovato conferma dal sovrintendente B. Padreep, responsabile del carcere centrale di Trivandrum, dove si trovano i marò. «La decisione del nostro governo c'é - dice il sovrintendente - ma domani (oggi per chi legge) si presenteranno dal giudice di Kollam. Lui deve decidere il loro futuro processuale. Solo dopo si potranno definire i tempi del trasferimento a Kochi».

Le udienze di oggi saranno cruciali. Il magistrato A.K. Gopakumar deciderà il destino dei marò, ma per la prima volta avrà in mano l’atto di accusa dello speciale nucleo di polizia che ha indagato sul caso. Probabilmente sentenzierà altre due settimane di carcerazione preventiva per studiare a fondo le pagine che accusano Latorre e Girone. In contemporanea è prevista un’udienza presso l'alta corte di Kochi per la richiesta di libertà su cauzione. Per la terza volta i difensori tornano alla carica dopo essere stati respinti con cavilli tecnici. Nell’udienza di oggi l'Alta corte dovrebbe entrare nel merito della richiesta. Il ministro degli Esteri Terzi ha incontrato il segretario generale dell'Onu parlando anche dei marò.

Ban Ki-moon «è apparso oggettivamente sorpreso», secondo Terzi, che la spinosa questione non sia stata ancora risolta. L'ambasciatore italiano in India richiamato a Roma resterà in patria fino a nuovo ordine. Qualcos’altro bolle in pentola, ma dalla Farnesina lo fanno capire senza sbottonarsi sulla prossima «rappresaglia».

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