Responsabile della morte di una quarantina di stranieri, tenuti ostaggio nel sequestro della stazione petrolifera algerina di In Amenas, jihadista dalle mille reincarnazioni, attualmente in lotta con le fazioni qaediste attive in Mali, contrabbandiere e mercante d'armi.
Queste e altre le sfaccettature di Moctar Belmoctar, emiro del Sahara dato per morto a giugno a Gao, sua roccaforte nel Mali. Un annuncio prematuro, a cui ne è seguito un secondo, non più tardi di due giorni fa.
A dare la notizia della morte di Mr. Malboro (un soprannome affibbiato a Belmoctar per la sua attività di contrabbandiere) questa volta le forze armate del Ciad. Nei giorni scorsi è stato invece eliminato dai francesi - la conferma da parte dei terroristi poche ore fa - Adelhamid Abou Zeid, un altro elemento di spicco di al-Qaeda, a capo dell'Aqmi (al-Qaeda nel Maghreb islamico).
La notizia della morte di Belmoctar, data inizialmente per sicura, è stata seguita da quella che suona come una mezza smentita, o se non altro un invito a non dare per scontata l'uccisione dell'emiro.
Due i motivi che invitano alla cautela. Da una parte un lancio della Reuters, che cita un intervento pubblicato su diversi forum frequentati da jihadisti. L'autore, non identificato, nega che Belmoctar sia stato ucciso, sostenendo che lo stesso emiro sarebbe in procinto di rilasciare una smentita e che "guida personalmente la lotta".
A questa testimonianza va aggiunto quanto scrive oggi il New York Times. L'autorevole quotidiano statunitense riporta le parole del generale Oumar Bikomo, delle forze armate del Ciad.
Secondo il militare - che smentisce le parole di un collega - non è al momento possibile confermare la morte di Belmoctar, che potrebbe essere tra le vittime di un attacco condotto da forze francesi e del Ciad contro una base islamista nel nord del Paese, nella regione montuosa dell'altopiano degli Ifoghas.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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