Il dibattito sull'ora legale non è una priorità ma dice molto sulle debolezze europee. È un sistema per risparmiare energia che per l'Italia arriva a pesare circa 200 milioni di euro all'anno, secondo le stime di Terna. Dopo un'indagine popolare del 2019 ha preso corpo in Europa l'ipotesi di estenderla ai dodici mesi, ma gli Stati membri non si mettono d'accordo se farlo e nel caso quale adottare, l'ora solare o l'ora legale. Per il Sud Europa c'è in ballo un risparmio energetico, mentre ai Paesi del Nord gli cambia poco spostare un'ora di luce al mattino o al pomeriggio, visto che d'estate il ciclo solare è molto ampio e d'inverno molto stretto. Per ora non c'è in vista
alcuna variazione da parte di nessuno.
Sarà pure una questione minore, ma la Commissione europea non manca l'occasione di mandare un ennesimo messaggio devastante insistendo sugli impatti sulla salute: spostare le lancette di un'ora procurerebbe ansia e stress; un'ora di sonno in meno sarebbe direttamente collegata alla sicurezza stradale di ciclisti e pedoni; il cambio aumenterebbe l'incidenza di ictus e infarti.
In realtà i cittadini dell'Unione nemmeno si accorgono di un'ora di sonno una notte di sabato, essendo persone che viaggiano tra i fusi orari, tirano tardi in discoteca e festeggiano i compleanni alla mezzanotte. Però il fiuto per gli alibi ce l'hanno molto sviluppato e coglieranno
al volo una simile giustificazione e fonte di autocommiserazione. Non è stata del tutto colpa mia, ma della maledetta ora legale che mi ha scombussolato.
Gli ultimi anni hanno suonato la sveglia per
noi europei, mostrandoci che il Mondo è un luogo appena più impegnativo di quella bambagia che credevamo, dove gli altri corrono e corrono. Chissà se i migranti sui barconi o i soldati ucraini si stressano per l'ora legale?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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