Ilaria Salis, benché ancora manchi l'ufficialità, sarà un parlamentare europeo. Questo nonostante il processo in corso in Ungheria per tentato omicidio, per il quale rischia 11 anni di carcere, e le condanne definitive in Italia, oltre alle quasi 30 denunce a suo carico. Grazie alla candidatura con Avs dovrebbe poter usufruire dell'immunità, che le permetterà di tornare in libertà e di sospendere il processo in corso in Ungheria.
Ma se in Italia tutto questo sembra suscitare solo un moderato stupore, all'esterno dei confini del nostro Paese il caso Salis viene raccontato con maggiore criticità. Diverse testate giornalistiche mettono il punto sul fatto che con l'elezione l'esponente dei centri sociali si sottrarrà alla giustizia ungherese. Benché i promotori della sua candidatura, e suo padre, abbiano dichiarato che questo sarebbe stato solamente il mezzo per ottenere un "processo giusto", nei fatti la lettura più aderente alla realtà dei fatti è quella che fanno all'estero.
"Attivista antifascista, arrestata in Ungheria, vince un seggio nelle Europee e la libertà", titola Publico.es, quotidiano "progressista" spagnolo, che mette in evidenza il fatto che Salis sia stata posta ai domiciliari lo scorso 15 maggio solo dietro il pagamento di una cauzione da oltre 40mila euro. Più forti i toni con i quali la vicenda viene raccontata in Germania dalla testata Nius, che titola così il suo pezzo: "Nonostante le accuse di tentato omicidio l'estremista della sinistra italiana entra nel Parlamento europeo con i Verdi". Nel pezzo si sottolinea che con l'elezione Salis "è probabile che sfugga alla sua pena detentiva per tentato omicidio" e si fa riferimento anche alla "banda del martello" alla quale, in Ungheria, l'insegnante viene associata.
Commenti piuttosto stupiti anche dalle parti della Francia, dove il magazine curato da Orange titola: "Una deputata italiana detenuta in Ungheria sarà rilasciata... Per sedere a Bruxelles". Il passaggio dalla detenzione al parlamento europeo è l'aspetto meno comprensibile di tutta questa vicenda. Se nel nostro Paese non desta poi tanto stupore, perché il modus operandi di Avs è ben noto e, soprattutto, l'Italia si è "fatta le ossa" con la vicenda Soumahoro, portato in parlamento dallo stesso schieramento, all'estero il fatto che un partito decida di candidare una persona già condannata, con un processo in corso e per giunta detenuta, desta ancora molta sorpresa. Per fortuna.
Non resta che aspettare quelle che saranno le attività di Salis in Europa, dove a Il Manifesto ha dichiarato in parlamento, dove incontrerà Carola Rackete, si batterà "contro discriminazioni, disuguaglianze, sfruttamento, patriarcato e guerra".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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