Europarlamento, i nuovi rapporti di forza

Come cambia la geografia dei diversi gruppi politici nel nuovo parlamento europeo. Il Ppe resta maggioranza relativa, il fenomeno dei Verdi. Il gioco delle alleanze cambierà molti rapporti di forza 

Europarlamento, i nuovi rapporti di forza

Bruxelles - Le proiezioni pubblicate dall’Europarlamento sul risultato, in seggi, delle elezioni europee sono difficili da interpretare, perché sono espresse in molti casi con una forchetta, ma soprattutto perché gli eurodeputati con la nuova legislatura passeranno da 785 a 736. Approssimativamente, comunque, l’unico gruppo "classico" che sicuramente si rafforza è quello dei Verdi, che aveva 43 seggi e ne avrebbe ora, secondo le ultime proiezioni, 54.

È andata bene anche al gruppo di maggioranza relativa, il Ppe, non per tanto aver aumentato i propri seggi, ma perché, nonostante la defezione dei Conservatori britannici, riesce a mantenere la propria posizione di fronte allo smottamento del suo avversario diretto, il Pse. I Popolari, che avevano 288 europarlamentari, sono dati ora a 267-271: in termini percentuali, se il risultato finale sarà vicino alla parte bassa della forchetta, manterranno sostanzialmente la loro consistenza precedente, altrimenti l’aumenteranno di poco.

I socialisti, che erano 194, scenderebbero a 157-161; in questo caso, anche se si aggiungessero (come pare pressocché certo) gli italiani del Pd, per ora contati fra i non iscritti, c'è comunque una perdita secca sia in seggi che in percentuale. L’Alleanza liberaldemocratica (Alde) aveva 100 eurodeputati, ora ne avrà, secondo le proiezioni, fra gli 80 e gli 82: in termini percentuali vi sarà una leggera riduzione rispetto alla legislatura precedente.

I liberaldemocratici possono dire di non aver perso (a parte il tracollo del francese MoDem di François Bayrou), considerato anche che nel gruppo non ci saranno più gli italiani del Pd-Margherita, e che dovrebbe arrivare il manipolo irlandese del Fianna Fail (oggi nell’Uen). Riduzione minima anche per la sinistra radicale del Gue (Sinistra unitaria europea), che aveva 41 seggi ed è accreditata ora di 34 eurodeputati. Una stabilità che però politicamente è una sconfitta, visto che si prevedeva un aumento dei consensi a causa della crisi economica.

Un discorso a parte va fatto per i due restanti gruppi, l’Uen (in cui sedevano finora sia An che la Lega) e il gruppo degli euroscettici Id (Indipendenza/democrazia), così come per i non iscritti, che in realtà allo stato attuale - almeno i secondo i dati ufficiali dell’Europarlmaento - comprendono il folto gruppo dei Conservatori britannici, gli italiani del Pd, i cechi dell’Ods e vari altri partiti soprattutto di estrema destra ed euroscettici. In realtà è difficile che l’Uen, accreditato di 35 seggi (ne aveva 44), continui ad esistere in quanto tale, dopo lo scioglimento di An nel Pdl (Ppe), la defezione dei polacchi del Pis (Legge e ordine), che raggiungeranno il nuovo gruppo dei Conservatori britannici, e quella dell’irlandese Fianna Fail, pronto a raggiungere l’Alde.

Quanto al gruppo Id, accreditato di 17 seggi (ne aveva 22), è possibile che aggreghi nuovi partiti euroscettici, ma in

concorrenza con il nuovo gruppo dei Conservatori britannici, o che si trasformi in un gruppo di estrema destra, oppure che scompaia nell’indistinta galassia dei non iscritti (che le proiezioni danno a 86-88 seggi).

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