Roma - Naturalmente tutti assicurano che «va bene così», «con l'aria che tira non ci si può lamentare», «siamo soddisfatti», «una cosa sono i pronostici dei giornali, un'altra il mercato reale», eccetera. Tuttavia, a scorrere i dati Cinetel in merito al box-office, saltano all'occhio i risultati - inferiori alle attese - delle tre commedie italiane che si sono date battaglia nelle ultime settimane: senza esclusione di colpi, puntando su un marketing aggressivo per fare il pieno di pubblico, con uscite in stile natalizio, da 6-700 copie a botta. I dati? Italians di Giovanni Veronesi: cinque settimane di programmazione, 12 milioni di euro. Ex di Fausto Brizzi: tre settimane, quasi 9 milioni di euro. Questo piccolo grande amore di Riccardo Donna: due settimane, 3 milioni e 300mila euro.
A Filmauro, Raicinema e Medusa si aspettavano, sia pure in misura diversa, risultati migliori. Per dirne una, Aurelio De Laurentiis, re dei cinepanettoni (il suo Natale a Rio ha lambito i 25 milioni di euro, arrivando a un'incollatura da Madagascar 2), era convinto che il film di Veronesi, forte di quel titolo e del cast stellare, avrebbe ripetuto il miracolo di Manuale d'amore 2: 19 milioni e passa. Magari il pubblico è andato al cinema sicuro di ridere dall'inizio alla fine, invece solo l'episodio di Carlo Verdone, non a caso molto più scaricato da eMule del primo interpretato da Sergio Castellitto e Riccardo Scamarcio, ha soddisfatto le attese. Non che gli spettatori vogliano solo sghignazzare, altrimenti non si spiegherebbero gli 11 milioni totalizzati dal funereo Sette anime o i 7 raggiunti in due settimane dal Curioso caso di Benjamin Button. Merito di Will Smith e Brad Pitt, d'accordo. Eppure, a parere di molti osservatori, la tripletta italiana sembrava destinata a fare sfracelli al botteghino.
Secondo Franco Montini, analista del Giornale dello Spettacolo, il cinema «resiste meglio di altri settori ai postumi della crisi generale». Le cifre parlano di un 5 per cento in meno rispetto ai primi due mesi 2008, poco rispetto ad altre attività, ma pur sempre un segnale di flessione. Quanto ai tre film, Montini riflette: «Ho l'impressione che certe punte di incasso cui eravamo abituati dobbiamo scordarcele. Natale a parte, migliora l'incasso dei film medi, diminuisce quello dei prodotti a forte impronta popolare. I cinefili appassionati continuano ad andare il cinema, va meno, invece, il pubblico più distratto e occasionale, quello che determinava i picchi e vede cinque-sei film all'anno».
Per Giampaolo Letta, amministratore delegato di Medusa, «è ancora presto per una valutazione generale», anche per lui, «in un momento nel quale tutto arretra, il cinema tiene, perché costa poco». Nello specifico, Letta ammette: «Ognuno di noi si aspetta sempre qualcosa di meglio. Mi pare che Ex regga bene nonostante l'agguerrita concorrenza. Italians forse poteva fare di più, comunque l'hanno visto due milioni di persone». Diplomatica la risposta su Questo piccolo grande amore, il film transgenerazionale ispirato al concept-album di Baglioni, lanciato da Medusa come «il vero regalo di San Valentino». «Chiuderà sopra i 4. Sono abbastanza soddisfatto, era un progetto particolare, per la struttura, lo spunto, l'ambientazione anni Settanta. Non erano sfuggiti gli elementi di rischio. Sapevo che non avrebbe incassato quanto Notte prima degli esami. Poi, certo, ci si danneggia a vicenda quando escono in centinaia di copie, l'uno dietro l'altro, film che si rivolgono più o meno allo stesso pubblico».
Di sicuro meno diplomatico il commento di Fausto Brizzi, regista del primo e secondo Notte prima degli esami. «Non ho visto Questo piccolo grande amore. Ma che sia andato molto male rispetto alle attese mi pare evidente. Puntavano a riconquistare i ragazzini di Notte, non ci sono riusciti». Toltosi il sassolino dalla scarpa, il regista di Ex controbatte: «Ma quale delusione! Sono felice, anzi ma la godo. I 10 milioni erano la mia soglia di contentezza, ci arriveremo.
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