
Il percorso è sicuramente lungo e pieno di insidie ma fino a questo momento Bianca Balti sta superando molto bene l'ostacolo del tumore alle ovaie che le è stato diagnosticato nel 2022. Dopo la fine della chemioterapia che sembra aver dato i risultati sperati, si apre una nuova fase che la modella ha comunicato ai suoi follower sui social, ovvero una cura che serve a "riparare" il Dna danneggiato dal cancro "con gli inibitori Parp che agiscono bloccando l'enzima Parp" che porta alla morte delle cellule dannose per l'organismo, quelle cancerogene.
Di cosa si tratta
Nel caso specifico si tratta di alcuni farmaci che colpiscono alcune specifiche proteine chiamate Parp, acronimo che sta per "poli-ADP-ribosio polimerasi" e sono fondamentali per correggere tutte le malformazioni genetiche causate dal cancro. Come spiegano gli esperti di Humanitas, questi farmaci servono per le pazienti portatrici della mutazione del gene Brca1 o Brca2 e sfruttano "la mancanza di alcuni meccanismi di riparazione del Dna nelle cellule tumorali, per condurle alla morte".
Così riparano i danni
I Parp si occupano della riparazione anche di un solo filamento del Dna danneggiato: nelle persone che presentano invece le due mutazioni sopra descritte viene a mancare il meccanismo in grado di sistemare entrambi i filamenti compromessi. A quel punto, grazie al Parp si è in grado di bloccare la riparazione delle rotture al singolo filamento. "Nelle cellule tumorali, l’impossibilità di riparare il singolo filamento determina l’aumento delle rotture nel doppio filamento, che non possono però essere corrette perché in queste cellule il meccanismo di riparazione del doppio filamento non funziona e così le cellule tumorali vengono distrutte", spiegano gli esperti.
Le speranze di guarigione
Grazie a questi farmaci, quindi, esistono concrete possibilità di salvezza per tutte le pazienti grazie alla capacità di colpire in maniera selettiva le cellule maligne. Solitamente questi inibitori vengono utilizzati per il cancro alle ovaie come nel caso di Bianca Balti ma anche per il tumore al seno qualora ci fossero mutazioni Brca. Anche stavolta, come nel caso della modella, il trattamento viene utilizzato quando la chemioterapia è andata a buon fine. Nell'ultimo periodo questa tipologia di cura è stata estesa anche a coloro i quali non hanno mutazioni Brca ma delle anomalie nel processo di riparazione del Dna. Una buona iniezione di fiducia per Balti che sta osservando anche la ricrescita dei propri capelli persi a causa della chemioterapia.
Quanto durerà la terapia
Non è possibile sapere con certezza per quanto tempo dovrà
utilizzare gli inibitori Parp, tutto dipenderà dal decorso e dalla risposta a questa terapia che solitamente viene utilizzata per svariati mesi o addirittura anni fino a quanto il tumore diventa stabile e smette di avanzare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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