Non poche volte è capitato che conoscendo personalmente un artista dopo averlo ascoltato sul palcoscenico, l'ammirazione per l'interprete scemasse o non andasse di pari passo alla conoscenza dell'uomo. L'artista è un essere umano che tende al narcisismo, spesso ego-riferito, non raramente meschino, non indenne da vizi mondani come la caccia alle prebende o l'appetito mai sazio di plausi e riconoscimenti. Giovedì sera mi è capitata l'esperienza inversa: non ho riconosciuto subito l'artista, ma ne ho ammirato all'istante le qualità umane, l'intelligenza e la profondità del pensiero. Il giovane pianista in questione poneva domande al celebre regista Peter Sellars (autore di tanti spettacoli non dimenticabili, fra i quali le messe in spazio della Passione di Bach alla Philharmonie di Berlino) con una naturalezza e con una conoscenza di causa che invano si cercherebbero fra chi affronta un argomento complesso come quello della musica di Bach che tutto abbraccia: filosofia, scienza, matematica, morale. Il musicista in questione è il pianista Filippo Gorini (nella foto) che è andato in giro per il mondo a intervistare artisti di ogni provenienza per il programma Ricercare sull'arte della fuga (Rai 5, ogni giovedì alle 22,45 fino al 20 giugno).
Che bello ascoltare un dialogo fra persone di età ed esperienze così diverse parlare una lingua comune, cercare il significato dell'arte della fuga, il suo legame con la vita dell'autore, e in questa ricerca trovare tante strade e il senso profondo della vita stessa. Il tutto senza un pizzico di retorica, offrendo temi sostanziosi, spunti e riflessioni che trasudano vitalità, che parlano all'intelletto e alle emozioni.
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