Nella casa futurista è tempo di tirare le somme, ma soprattutto di cambiare strategia. Perché la deriva che sta prendendo il partito, tirato per la giacchetta dal centrosinistra e inconsistente dal punto di vista delle percentuali politiche, non piace al lider maximo Gianfranco Fini. E così, il presidente della Camera, parlando allo stato maggiore del partito all'hotel Minerva, ha strigliato i suoi, spazzando via ogni ipotesi di correntismo e cercando di tracciare le linee guida del futuro. "Fli non è nato per dare vita a una coalizione alternativa al centrodestra ma a un centrodestra diverso una volta che il berlusconismo sarà consegnato al giudizio dei posteri", ha detto Fini, che poi ha precisato quale dovrebbe essere il ruolo del partito, cioè "essere il collante, il cemento dell'alleanza tra riformatori e moderati e andare oltre Berlusconi e Fini".
Bisogna cancellare ogni residua ambiguità politica di Fli: dobbiamo rifiutare ogni massimalismo a destra e a sinistra chiarendo che "non siamo una costola della sinistra". E dopo le lamentele è arrivato anche un parziale mea culpa di Fini che ha iniziato la sua analisi ricordando come il partito abbia attraversato "vicende tormentate e difficili" che aprono molte possibilità e opportunità "ma anche problemi che non ci possiamo nascondere sotto un tappeto". E poi ancora Fini ha sottolineato come il partito abbia un problema "organizzativo ma soprattutto politico". "Fli, insomma ha scosso un albero, è stata determinante per aprire gli occhi agli elettori, ma ora è necessario che a raccogliere i frutti non sia il centrosinistra, che ha un problema di baricentro". Proprio per questo, ha detto Fini, "noi non possiamo stare alla finestra a cullarci anche in vista delle politiche che sicuramente ci vedrà premiati".
"Basta con le divisioni in correnti non facciamo gli errori del passato". Per questo da lunedì è necessario che Fli inizi a ragionare sui suoi tratti distintivi "anche per riempire di contenuti la convenction del terzo polo di metà luglio". Dalla prossima settimana, insomma, Fli aprirà un dibattito e si apriranno discussioni "ma una volta prese le decisione dovranno essere vincolanti per tutti". Ma chissà se a tutti i componenti del partito piacerà questa linea...I segnali di certo non sono incoraggianti, dal momento che è scoppiato subito una lite tra Fini e Adolfo Urso. Infatti, il presidente della Camera avrebbe interrotto l’analisi del voto delle amministrative svolta da Urso per contestare la linea scelta dal partito. In particolare, Urso, invitato ad analizzare i flussi elettorali, sarebbe stato stoppato da Fini così: "Sei troppo intelligente, è impossibile distinguere i flussi del secondo turno nel caso di Milano...". Ma non basta, Fini ha anche replicato a Urso quando l’esponente "dissidente" ha indicato come necessaria l’alleanza con il centrodestra nelle tornate elettorali a turno unico. "Più utile una strategia persista", avrebbe ribattuto Fini. Quando Urso ha lamentato infine il fatto che Fli non abbia risposto positivamente all’appello all’unità lanciato da Claudio Scajola, il presidente della Camera lo avrebbe "stroncato", definendo strumentale l’uscita dell’ex ministro. Ma il presidente della Camera avrebbe bacchettato anche Fabio Granata, in particolare quando il falco finiano avrebbe provato a prendere la parola per replicare a Urso.
Che i nodi in Fli non siano del tutto sciolti lo dimostra l’assenza alla riunione di Andrea Ronchi e del coordinatore siciliano Pippo Scalia. Urso, invece, avrebbe convocato una riunione alle 19 con gli altri malpancisti di Fli.
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