Fontana: "Con Fedriga il fine vita alla Conferenza delle Regioni"

L'impegno del governatore dopo l'annuncio. "Senza una legge, serve una posizione comune"

Fontana: "Con Fedriga il fine vita alla Conferenza delle Regioni"
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«Ho già mandato una lettera e ho parlato ieri con il coordinatore delle Regioni, Massimiliano Fedriga», presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome «e mi ha detto che alla prossima riunione, non la settimana ventura ma quella successiva, metterà nell'Ordine del giorno» il tema del fine vita e di linee guida condivise «per iniziare a entrare nel merito e cercare di trovare un comportamento che sia comune a tutte le Regioni». Il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, lo aveva già annunciato martedì durante l'ultima seduta del Consiglio dove aveva ripercorso l'iter che a gennaio ha portato la Regione, per la prima volta, a fornire il farmaco letale per il suicidio medicalmente assistito a Serena, una paziente di 50 anni che da oltre 30 conviveva con la sclerosi multipla progressiva. Ieri, a margine di un incontro a Palazzo Lombardia, dove veniva presentata un'iniziativa per la ricerca sulle malattie rare, ha confermato di avere coinvolto la Conferenza delle Regioni. «In questo quadro lacunoso dal punto di vista normativo», aveva sottolineato con grande chiarezza Fontana auspicando che «si trovi all'interno delle regioni medesime una posizione comune sulle modalità attuative delle sentenze 242/2019 e 135/2024 in attesa che venga approvata una norma nazionale sul tema per evitare che si sviluppi un quadro di non uniformità sul territorio nazionale». Un passo necessario secondo Fontana, in attesa che il Parlamento «si attivi, finalmente e nel breve, così da definire dei punti fermi che il contesto impone, a tutela e rispetto dell'umanità e del dolore delle persone. Una normativa chiara, definitiva e certa è innanzitutto una questione di civiltà». Sul fine vita, quindi la Lombardia fa un ulteriore passo avanti, diventano propositiva tra le Regioni perché venga definita una posizione comune. D'altronde nei giorni immediatamente successivi alla diffusione della notizia del primo suicidio medicalmente assistito in Lombardia, era stato l'assessore al Welfare Guido Bertolaso a mettere dei punti fermi.

La posizione della Lombardia era stata chiara fin da subito: «Questo - aveva puntualizzato l'assessore - sarà un punto di riferimento nel caso si dovessero ripetere casi del genere». E nelle intenzioni, ora, non solo per la Lombardia ma per stimolare una presa di posizione di tutte le regioni.

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