Franceschini insiste: "Il governo è minoranza"

Il leader Pd "salva" il risultato della sinistra ma il suo partito perde 9mila voti al giorno. Chiamparino: "Assurdo cambiare leader"

Franceschini insiste: "Il governo è minoranza"

Roma - "Eravamo Davide contro Golia. Eppure anche stavolta Golia non ha vinto". Non esulta, ma neanche si dispera. Il leader del Partito democratico, Dario Franceschini, "salva" in un certo qual modo il risultato ottenuto dal centrosinistra alle Euopee. "Era uno scontro impari - spiega - eppure non ne usciamo con le ossa rotte. In un’Europa spazzata da un’onda di destra, l’Italia è in controtendenza". Poi rilancia: "In questo quadro il Pd è il più forte partito riformista". Quindi, l'ammonimento: "E' il momento di stare uniti. Non dobbiamo riprendere a litigare, abbiamo avuto una ripresa di fiducia perché non ci siamo più divisi".

Il progetto del Pd Franceschini non molla. Va avanti. Alla seconda verifica elettorale (concluse entrambe con sonore sconfitte) il Pd si ricompatta attorno al proprio leader e assicura di aver comunque i due obiettivi prefissati: "la conferma del progetto del partito" e quello di "fermare la destra italiana". Il numero uno del Loft ha spiegato che il dato italiano va inserito in una serie di "tendenze" su base continentale. La prima di questa tendenze è l’astensionismo, la seconda è "una libertà" degli elettori visto che il voto non influenza la governabilità, la terza tendenza è "una preoccupante avanzata della destra, sia nella sua forma più estremista che nella sua forma conservatrice". A questa tendenza è legata la quarta, e cioè "l’arretramento comune delle forze progressiste che - ha concluso Franceschini - stando in Europa sono soprattutto quelle socialiste".

Il "padrone assoluto" In realtà, la sola soddisfazione di franceschini resta nel fatto che il Pdl non sia riuscito a sfondare la soglia del 40%. "Il voto ha sfatato il mito dell’invincibiltà di Berlusconi ed è stato scongiurato il rischio che il Paese oggi si svegliasse sotto un padrone assoluto - spiega il leader democratico - questo pericolo è stato scongiurato". Così, dopo aver letto in conferenza stampa una serie di affermazioni di Berlusconi a partire da maggio in cui affermava che i sondaggi davano il Pdl oltre il 40%, in alcuni casi al 45%, Franceschini sottolinea che "questa avanzata straordinaria non c’è stata: siamo 10 punti sotto i sondaggi sbandierati. Oltretutto in un contesto europeo di avanzata delle destre". Insomma, "oggi il governo è in minoranza nel Paese", continua Franceschini, anche perché "sono stati loro a impostare la campagna come una verifica del governo, ed oggi si ritrovano incontestabilmente minoranza". "E poi - sottolinea il segretario del Pd - c’era anche il referendum sulla figura del premier, anche questo negativo: dopo un anno di governo, quando chi guida il Paese è in genere all’apice della popolarità, la destra italiana è l’unica in Europa ad arretrare". "Inoltre - ha insistito Franceschini - non c’è nemmeno traccia dell’obiettivo del Pdl di essere il primo partito nel Ppe, nè in termini di voti nè in termini di eletti". "Questo voto - ha aggiunto - fa svanire il mito dell’invincibilità di Berlusconi. Io avevo detto - ha concluso - che oggi ci saremmo potuti svegliare tutti sotto un padrone assoluto: grazie al voto degli italiani quel pericolo è svanito".

Disgelo tra Pd e Idv "Poco fa ho telefonato a Di Pietro per riconoscergli il risulta. Purtroppo sono voti che si spostano nel nostro campo ma io voglio sottolinearlo come dato positivo". Franceschini riconosce in conferenza stampa il risultato dell’Italia dei Valori alle elezioni Europee. Anche Di Pietro festeggia il successo dell’Idv alle europee e lancia al Pd un ramoscello d’ulivo, proponendo che siano messe da parte le ostilità reciproche sulle mozioni contro il governo Berlusconi presentate alla Camera.

L’ex pm ha ricordato che la mozione di sfiducia del suo partito non è stata presentata perché i parlamentari del Pd non l’hanno sottoscritta. Restano all’ordine del giorno di questa settimana due mozioni, una dell’Idv contro la legge sulle intercettazioni, l’altra del Pd per l’abrogazione del lodo Alfano.

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