
Un'interrogazione al ministro della salute Orazio Schillaci e la richiesta di sospendere l'accreditamento dal sistema sanitario per l'ospedale San Raffaele. Il motivo: aver sponsorizzato, tramite testimonial, lo scan total body senza particolari prescrizioni, che rischia di essere un esame inutile e in certi casi dannoso. È quanto chiede Marianna Ricciardi, deputata del Movimento5Stelle in Commissione Affari sociali della Camera che ha presentato un'interrogazione al ministro della Salute per sapere «come ha intenzione di agire nei confronti dell'Irccs San Raffaele di Milano, il quale pubblicizza in modo ingannevole screening con esami radiologici che, se non effettuati in popolazioni selezionate, rischiano non solo di essere inutili, ma perfino dannosi». Parallelamente la richiesta di «sospendere l'ospedale dall'accreditamento del Servizio sanitario nazionale».
Nel mirino i messaggi diffusi via social da alcuni volti noti - ultimo Rosa Chemical, prima di lui Sfera Ebbasta e Shade - elogiando e consigliando il check-up con Full Body Scan, un costoso esame a cui si sono sottoposti nella struttura. Ricciardi spiega di avanzare la proposta «in modo provocatorio perché non può esistere un'alea di impunità per la grossolana avidità, a scapito della salute pubblica, di chi ha siglato accordi per tutelarla», incalza l'esponente pentastellata.
La deputata aggiusta poi il tiro restringendo la richiesta della revoca dell'accreditamento «alle sole prestazioni per cui l'ospedale è immediatamente sostituibile - spiega - quali visite specialistiche, esami radiologici, interventi chirurgici a bassa complessità e senza quindi arrecare danno ai pazienti».
Il tema riguarda anche le modalità con cui si eseguono gli screenng: «La prevenzione in medicina è fondamentale, ma, come tutti gli atti medici, deve basarsi su rigorose evidenze
scientifiche come avviene per mammografia, pap test, colonscopia e altri esami indicati dai medici ai propri pazienti sulla base della loro storia clinica personale e familiare, e non sulla base di altri criteri» conclude Ricciardi.
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