Fuori dalla notizia L'aquila di Haast è pronta al decollo

Le notizie non muoiono sulla carta, né nell'etere, né in Rete. Sopravvivono altrove. Dove, non si sa. Proviamo a immaginarlo

Le notizie non muoiono sulla carta, né nell'etere, né in Rete. Sopravvivono altrove. Dove, non si sa. Proviamo a immaginarlo.

LA NOTIZIA. Molto prima che gli umani colonizzassero la Nuova Zelanda, circa 750 anni fa, aquile giganti ormai estinte dominavano i cieli della zona, piombando a piacimento sulle loro prede, solitamente uccelli incapaci di volare. Lo rivela un nuovo studio in materia.

Gli scienziati erano già a conoscenza da oltre un secolo dell'esistenza dell'«aquila di Haast», grazie ai resti rinvenuti sul luogo, però non era mai stato chiarito il comportamento di questi animali giganti. Alcuni scienziati avevano stabilito, considerando le loro dimensioni - arrivavano a pesare anche 18 chili - che questi animali fossero più cacciatori che predatori. Ma il nuovo studio non solo sostiene che l'«aquila di Haast» fosse un temibile predatore che attaccava le sue prede attendendole sulla vetta di una montagna, ma anche che il suo corpo si è progressivamente evoluto rispetto ad antenati di ben più limitate dimensioni.

I ricercatori Paul Scofield (del Canterbury Museum, in Nuova Zelanda) e Ken Ashwell (dell'University of New South Wales) hanno utilizzato tomografie computerizzate e a raggi X per ricostruire cranio, occhi, orecchie e spina dorsale dell'antica aquila. Questi dati sono poi stati messi a confronto con quelli relativi ai moderni predatori e agli uccelli di terra per determinare le abitudini dell'animale.

Secondo Scofield, questo studio è anche la dimostrazione che la tradizione orale di popoli antichi può unirsi alla ricerca scientifica per giungere alle medesime conclusioni. «Infatti - fa notare - questo studio valorizza la mitologia Maori dei leggendari pouakai o hokioi, uccelli giganti in grado di aggredire anche gli essere umani». L'«aquila di Haast» si estinse circa 500 anni fa, probabilmente per via della distruzione del suo habitat naturale e per l'estinzione delle prede di cui si cibava. Lo studio è stato pubblicato sul «Journal of Vertebrate Paleontology». (fonte: Reuters, 11 settembre 2009)

FUORI DALLA NOTIZIA. Gli ultimi due esemplari di "aquila di Haast" avranno presto degli eredi. Lo scrive il settimanale di cultura maori «Ka pai» (che significa «Tutto bene») nell'ultimo numero che sarà in edicola da domani. L'articolo, a firma Aata Anderson, viene richiamato sulla copertina del periodico, dove campeggia una fotografia della coppia di aquile in posa accanto al loro nido contenente le uova. «Il lieto evento - spiega Anderson - è previsto per la fine del mese.

È una bella notizia per tutto il popolo maori e per la scienza in generale, poiché si riteneva che l'aquila di Haast fosse estinta da ben cinque secoli. Huhana e Paora (cioè Susanna e Paul, ndr), questi i nomi dei due uccelli, sono attualmente ospiti dello zoo di Wellington, in Nuova Zelanda».

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