Gennaio detox e Rinascimento al Museo Bagatti Valsecchi

Un ottimo distillato di gusto o una mixology da sindrome di Stendhal si potrebbero trovare nel calendario con eventi del Museo Bagatti Valsecchi

Gennaio detox e Rinascimento al Museo Bagatti Valsecchi
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Rinascimento, rinascita, detox. Dopo i consigli della scorsa settimana a base di antiche e balsamiche bevande come la Kombucha di guerrieri e imperatori cinesi o i buoni mocktail rigorosamente analcolici da assaggiare in città per ingannare la voglia di gradi, il gennaio salutista potrebbe per una volta (e a sorpresa) proseguire lasciando da parte il corpo e inebriando l'anima, ammesso e assolutamente non concesso che i due non comunichino e non gioiscano insieme. E, per questo, un ottimo distillato di gusto o una mixology da sindrome di Stendhal si potrebbero trovare nel calendario con eventi del Museo Bagatti Valsecchi (non rari anche quelli a base di bevande alcoliche, ma di questo si dirà in futuro) e visite guidate per adulti, ma anche speciali per famiglie e bambini. Perché la casa museo nel cuore di Milano è uno straordinario racconto della vicenda del collezionismo di fine Ottocento regalata alla città da due fratelli, i baroni Fausto e Giuseppe Bagatti Valsecchi. Un gioiello diventato ancor più rilucente con l'arrivo del raro e prezioso talento del direttore e conservatore Antonio D'Amico (nella foto) a cui la presidente Camilla Bagatti Valsecchi ha affidato la nobile magione tra via Gesù e Santo Spirito. Lì dove a partire dagli anni Ottanta del XIX secolo i due fratelli collezionarono dipinti e manufatti d'arte quattro e cinquecenteschi, fino a farne una perfetta dimora signorile ispirata al Rinascimento in Lombardia. Creando un perfetto dialogo tra stanze, arredi e opere d'arte. E così dopo l'addio, ma solo all'esistenza terrena, dei fratelli Fausto e Giuseppe, casa Bagatti Valsecchi continuò a essere abitata dagli eredi sino al 1974, anno in cui venne costituita la Fondazione Bagatti Valsecchi, alla quale venne donato il patrimonio delle opere d'arte raccolte. Vent'anni dopo, nel 1994, apriva al pubblico il Museo Bagatti Valsecchi, una delle case museo meglio conservate d'Europa e una delle prime grandi espressioni del design milanese.

E quindi, come diceva il barone Giuseppe, ecco «quadri, arazzi, tappeti, mobili, armi, ceramiche, bronzi, vetri, gioielli, ferri, utensili domestici di ogni qualità raccolti con studio accurato e restituiti al loro uso originario». Per una rinascimentale ebbrezza, tutta alcol free.

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