Governo e istituzioni cambino passo nello snellimento delle procedure burocratiche in generale e in particolare per quelle riguardanti leconomia del mare e le tecnologie marine. È il presidente del Distretto ligure delle tecnologie marine, Lorenzo Forcieri, ieri dal palco del convegno a La Spezia organizzato dal Distretto Ligure delle Tecnologie Marine a lanciare a Roma un invito esplicito perché agevolino i meccanismi burocratici. «Da parte del governo - ha detto Forcieri - è necessario un cambio di passo, un salto di qualità nello snellimento delle procedure. Le imprese hanno bisogno di tempi decisamente più veloci di quelli attuali. Il Distretto ligure è stato quasi costretto a fermare la sua attività per sei mesi perché al Ministero i funzionari litigavano sulla procedura da utilizzare. Per uscire dalla crisi dobbiamo fare tutti di più e meglio».
Nel corso del convegno durante il quale è stato presentato anche il nuovo polo di Ricerca e Innovazione sulle Tecnologie del Mare e Ambiente Marino con relativi progetti di ricerca e finanziamenti, è intervenuto anche il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando che ha annunciato il dimezzamento dei soggetti che si occupano di ricerca: lincubatore Bic verrà assorbito da Filse e chiuderà il Centro Regionale per la Ricerca e lInnovazione. «Lobiettivo che ci poniamo - ha detto Burlando - è favorire la nascita di imprese nuove, ideate e gestite dai giovani come avviene allestero. Abbiamo deciso di semplificare e dimezziamo da quattro a due i soggetti che in Liguria si occupano di ricerca. Dovranno farlo Filse e lassessorato alla ricerca che assumono anche le competenze fin qui avute dallincubatore Bic e dalCentro Regionale». La Regione non vuole gestire gli incubatori ma creare le condizioni per farli funzionare. Delle nuove imprese, delle start up - ha aggiunto Burlando - si devono occupare soggetti preposti come luniversità e i distretti. In Liguria ci sono ormai attori nuovi come lIIT, il Dixet, gli Erzelli e il distretto ligure delle tecnologie marine».
Dalla ricerca alle aziende della cantieristica navale, è toccato al direttore della divisione militare di Fincantieri, Alberto Maestrini fare il punto sulla produzione civile e militare. «La nostra capacità produttiva è doppia rispetto alla domanda del mercato - ha detto - e i segnali dicono che ci aspettano tempi feroci molto competitivi. La produzione mondiale vede ai primi dieci posti operatori della Corea e del Giappone il primo produttore europeo siamo noi di Fincantieri. Ma la nostra quota è del 2,9%, quindi con un peso molto ridotto. Possiamo perciò fare tanti bei discorsi ma alla fine la realtà è questa».
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