Il «pensatoio» dove nascono le migliori radiocronacheLa cabina Rai al Ferraris

Il «pensatoio» dove nascono le migliori radiocronacheLa cabina Rai al Ferraris

(...) che ha davvero portato fortuna. Il papà Massimo era orgoglioso: Giulia è una genoana doc (dopo aver rifiutato fedi milanesi e juventine), studia a Londra «greco-antico» e ogni domenica si infila in uno dei tanti fumosi e caldi «pub» londinesi per seguire le gesta dei suoi amici rossoblù.
Insomma: Giulia sarà, d'ora in avanti, il portafortuna di papà Massimo e del Genoa marassino.
Braschi. Non deve aver passato un bel pomeriggio il designatore «playboy» Braschi, anche se l'inizio era stato piacevole: gli avevano preparato un vero «salottino» (cabina numero 4 dello stadio) dove lo chef-sommelier Stefano Bellucci (quanti ricordi negli anni fulgidi della Terrazza Martini...) gli aveva servito ben tre piatti di dolcetti, pastine, fette di panettone e caffè caldo. Seguendo la disastrosa direzione di Banti, è probabile che a Braschi siano andati per traverso tutti i sontuosi bignè di Bruno Beltrami. O forse no: visto che per questo «gentiluomo dell'arbitraggio» i suoi direttori di gara sono sempre bravi, preparati, per niente arroganti e presuntuosi.
Cabina Rai. È il «pensatoio» da dove partono le migliori radiocronache del servizio pubblico radiofonico. I due «re del racconto» sono Emanuele Dotto (di cui anche il nostro Lussana ha tessuto le lodi) e Tarcisio Mazzeo che, anche domenica, ha raccontato con il suo staff le belle bombardate di Borriello. E così il «pensatoio» è diventato (come vedete dalla foto) un sorridente gruppo che ha vissuto un pomeriggio finalmente positivo. Accanto a Tarcisio, il collega Giancarlo Moscatelli, Elio Felice (caposervizio Tg3 - Liguria), Claudio Giudrinetti (attento e scrupoloso tecnico) e l'impareggiabile Fortunato Conventini, lui ormai personaggio celebre per essere uno dei protagonisti della sigla del programma musicale di Mollica e operatore insostituibile di tanti festival sanremesi. Ha detto Mazzeo: «Ad ogni vittoria del Genoa, saremo tutti qui a fare la foto di gruppo».
Clima. C'era una certa ansia prima della gara. Per fortuna il gemellaggio fra Genoa e Sheffield con quei gonfaloni che sfilavano e quel sottofondo musicale commovente e suggestivo, aveva sollevato un poco gli animi.
Proprio domenica, in un articolo avevamo posto questa domanda. Ma esiste ancora il «dodicesimo uomo», cioè quel pubblico tifoso che faceva paura a Marassi a chiunque arrivasse? E, a dir il vero, prima della gara molti convenivano che c'era questa disaffezione. Lo confermava l'avvocato Alessandro Vaccaro: «Quasi si stenta a venire allo stadio. Anche fra i giocatori non c'è più quella grinta, quella voglia di vincere, quell'attaccamento alla maglia...».


E l'avvocato Mascia, lui molto vicino al suo presidente, annotava: «È vero, c'è una qual tristezza in questo scenario... E lo stesso presidente mi sembra abbia perso un po' del suo grande entusiasmo». Per fortuna il Grifo ha vinto e, dobbiamo dire, quel «dodicesimo uomo» in certi momenti, è venuto fuori...

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