Provincia, ne basta uno per farne 47

Provincia, ne basta uno per farne 47

di Ferruccio Repetti

E poi dicono che non ci sono più i politici di una volta... E poi dicono anche, i soliti incontentabili e qualunquisti, che i Supereroi sono solo quelli dei cartoni animati, che uno come Mazinga, né al Quirinale o in parlamento, ma che dico?, neppure in consiglio provinciale si trova! E invece, ecco la smentita ufficiale: alla Provincia di Genova, Mazinga c’è, nel senso del Supereroe che di uno ne fa 47. In un boccone solo: presidente della giunta (1), assessori (10) e consiglieri (36). Si chiama Fossati Giuseppe Piero, ha quasi quattro volte vent’anni, ma li porta benissimo, un diploma di ragioniere e, guarda caso, un passato di praticante a buon livello di arti marziali.
A lui è stato appena affidato dal prefetto Francesco Antonio Musolino, su proposta del ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, l’incarico di commissario straordinario della Provincia di Genova. Che comporta, belìn, mica l’ordinaria amministrazione: sulle spalle, peraltro larghe, di Fossati - già lavoratore artigiano e quindi bancario, sindacalista e, dal 2002, assessore alla Viabilità e alla Sicurezza stradale nella giunta di Alessandro Repetto - da oggi in poi graverà il peso della «gestione provvisoria dell’ente fino all’elezione dei nuovi organi provinciali a norma di legge», essendogli stati «conferiti i poteri spettanti al consiglio provinciale, alla giunta e al presidente». Insomma, farà tutto lui. Attenzione: a tempo indeterminato.
Lui, forse, non se l’immaginava, quando Repetto ha dato le dimissioni in leggero anticipo rispetto alla normale scadenza del ciclo amministrativo. Deve aver pensato (e come Fossati, scommettiamo, tutte le persone di buon senso): «Il governo Mortimer ha decretato l’eutanasia delle Province, che decadranno al termine del ciclo amministrativo in corso. È il caso di Palazzo Spinola che doveva chiudersi, comunque, entro la primavera di quest’anno. Il commissario straordinario, pertanto, dovrebbe coprire ragionevolmente solo il periodo che intercorre fra le dimissioni di Repetto e la nuova situazione prevista dal governo al momento della delibera di decesso».
Illuso! Il governo ha sì deliberato l’abolizione delle Province, ma ha stabilito anche che il commissario sarebbe stato chiamato «a guidare la transizione istituzionale sino all’elezione del nuovo Consiglio provinciale che, per la prima volta, secondo quanto prevede il testo della legge in discussione in Parlamento (e che dovrà essere emanata entro il 31 dicembre prossimo) non sarà votato dai cittadini, ma dai Consigli dei Comuni del territorio». Non è finita: «L’organismo - è spiegato in accattivante politichese -, con i suoi 16 componenti, eleggerà poi al suo interno il nuovo Presidente della Provincia». Par di capire, insomma, che la Provincia è stata abolita, ma non del tutto. All’italiana. E che, in ogni caso, «dovrà essere emanata entro il 31 dicembre prossimo la legge in discussione in Parlamento, eccetera eccetera...». Campa cavallo. Fossati Giuseppe Piero, altro che da Mazinga dovrà attrezzarsi, per reggere l’incarico! Lui, un uomo solo al comando, in attesa del Parlamento che... Il suo rischia di essere un incarico provvisorio praticamente definitivo.
Solo che , a questo punto, sorge il dubbio: ma come? Possibile che là dove c’erano 47 teste pensanti, presidente, assessori e consiglieri, che hanno discusso per anni sui massimi sistemi provinciali, ma anche europei e mondiali - tipo: guerriglia del Chiapas, centrale atomica di Fukushima e l’immancabile bunga bunga di Villa San Martino -, possibile che ora ne basti uno per sostituirli? Va be’ che si tratta di Fossati Giuseppe Piero, uno - diamogliene atto, questa volta senza ironia - che, quando c’era da salire al Passo del Faiallo sotto la bufera di neve e la tramontana «strappava» a 60 nodi, è sempre stato in prima fila a guidare le operazioni di sgombero della carreggiata e messa in sicurezza delle strade. Uno che - scuola Pci anni Sessanta, e da volontario della Croce Rossa e della cooperazione sociale - non s’è mai fatto negare quando c’era da entrare nel cuore dei problemi, mettendosi dalla parte degli elettori (senza «virgolette») anziché da quella degli «eletti» (rigorosamente con le «virgolette»!).

A lui, pertanto, c’è solo da fargli gli auguri. Accompagnati, però, inevitabilmente da una riflessione: se ne basta uno per tutti (e di qui a chissà quando), vuol mica dire che la Provincia non era proprio indispensabile?

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