«Samp, se serve ti prendo a schiaffi»

Tanti tifosi, tanti applausi. Il primo giorno del tecnico Delio Rossi e del direttore sportivo Carlo Osti alla Sampdoria è accompagnato da un sole caldo che dà il benvenuto alla coppia che di qui a giugno avrà il compito di traghettare la squadra verso la salvezza. Impresa non facile ma, scegliendo l'ex allenatore della Fiorentina, Edoardo Garrone ha voluto andare sul sicuro. Ieri il vicepresidente non è potuto essere presente a Bogliasco perché impegnato nel consiglio di amministrazione della Erg ma ha comunque partecipato con un intervento telefonico subito prima della conferenza stampa di tecnico e dirigente: «Lunedì ho creduto fosse giusto voltare pagina – ha detto Garrone - e Delio Rossi non ha bisogno di alcuna presentazione. È l'uomo giusto per noi e credo saprà valorizzare i tanti giovani che abbiamo. Osti invece mi è piaciuto subito perché parla poco ma sa di calcio».
Poi tocca a lui, al nuovo tecnico che parte proprio da quell'applauso rivolto alla curva dei tifosi blucerchiati al termine della finale di Coppa Italia vinta il 13 maggio 2009 ai rigori dalla Lazio: «Ho fatto un gesto normale, nulla di particolare. Ho visto tifosi che hanno sempre sostenuto la propria squadra, che aveva appena perso una finale ai rigori. Io l'avevo vinta e credo di aver fatto un gesto non eclatante. Ci si ricorda spesso di chi vince, ma bisognerebbe ricordarsi di come si vince. Un'altra cosa, però, più che la finale di Coppa, m'è rimasta particolarmente impressa. Quando sono venuto col Palermo nella partita in cui la Samp è finita in serie B ho visto 20.000 persone che applaudivano una squadra retrocessa sul campo e ho pensato: qui un giorno mi piacerebbe venire a fare calcio. Ora spero di essere all'altezza». Delio Rossi in più di una circostanza era stato accostato alla Sampdoria, anche quando retrocesse in B: «Se ne è parlato molto ma sono stato accostato a questo club soltanto a livello giornalistico, perché dalla Sampdoria in realtà mi hanno contattato soltanto lunedì mattina. Ero fermo, pur avendo diverse offerte, ma quando mi hanno chiamato ho detto subito sì. Vengo per sei mesi, non per strappare un contratto. Ho detto sì per le persone, per Sagramola che ho conosciuto a Palermo e poi perché ho sempre sentito parlare bene di questo club».
Ora però toccherà all'ex laziale tentare una vera e propria impresa. Non a suon di schiaffi, tornando sull'episodio che lo ha visto protagonista ai tempi della Fiorentina con il giocatore Ljajic. Una reazione particolarmente veemente del tecnico dopo che il viola aveva dimostrato di non gradire la sostituzione aveva fatto molto discutere: «Dopo un minuto per me era finita lì. Sono episodi che accadono spesso negli spogliatoi, ma forse il mio gesto ha avuto più rilevanza perché è successo in pubblico, davanti alle telecamere. Mi auguro che la Samp non abbia solo bisogno di schiaffi, ma di serenità, di organizzazione. Comunque se servissero gli schiaffi avete visto che sono capace a darli. Scherzi a parte, se si arriva al cambio di tecnico, vuol dire che qualcosa non ha funzionato».
Il vicepresidente Edoardo Garrone gli ha chiesto di valorizzare i giovani: «Spesso e volentieri ho firmato per un solo anno, ma sono rimasto nelle società per più stagioni. Non sono un aggiustatore o un riparatore. Io sono un allenatore di calcio: io devo allenare la squadra, non i giornalisti né i tifosi. Sui giovani, la mia storia dice che mi piace lavorare con loro. La qualità non ha età.

Non ho la bacchetta magica». Terminata la conferenza stampa Delio Rossi ha iniziato la sua avventura alla Sampdoria: «Datemi una mano, dateci una mano», ha chiesto ai tifosi presenti a Bogliasco. La risposta è stata un lungo applauso.

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