Dal porto contestato al sindaco di domani. A Santa Margherita Ligure, con l'associazione «Tuteliamo Santa» che aggancia una storia d'ordinaria amministrazione per farne una questione d'identità, orgoglio, prospettiva turistica e miglioramento della qualità della vita; determinata ouverture all'ombra dell'incipiente schermaglia elettorale. Dal 2006, con quel porto straniante e senza rotta che coalizzò i quattordici del consiglio direttivo alla faccia dei posti barca, nel nome del «meraviglioso territorio» da salvaguardare. «Scrissi a Renzo Piano - ricorda Francesco Maria Ortona, presidente dell'associazione - che sollecitamente si occupò della questione. Ne parlarono i giornali nazionali, intervenne il presidente Burlando e io stesso, in rappresentanza dell'associazione, fui invitato alla conferenza dei servizi. Fatto assolutamente eccezionale, ma ottenemmo di cancellare la diga sottoflutto e i moli previsti; fu mantenuto solo l'allungamento di 70 metri della diga. Una vittoria incredibile». Ma non sufficiente, che «il punto da chiarire è se davvero questo prolungamento continua ad essere utile, venendo meno il resto del progetto: siamo per la messa in sicurezza, ma il rischio è che si cancellino 80 metri d'orizzonte senza ottenere benefici». Ergo: «Sediamoci e parliamone. Abbiamo sempre criticato la posizione di sindaco e vice pronti a realizzare l'intervento, visti i due milioni e mezzo messi a disposizione dallo Stato. Ma questi soldini ci sono ancora o se li sono succhiati le penali per i lavori appaltati e mai avviati? E oggi bastano ancora?».
Altre perplessità e materia in rodimento esponenziale. Tutto terreno fertile che le amministrative sono a un tiro di schioppo: «Riteniamo che questo progetto sia ancora da verificare» stigmatizza l'avvocato. Tempi di confronto dunque per la pletora di candidati allo scranno, che questa storia recente scalza il laissez-faire in favore di nostra signora consapevolezza. Durissima da digerire, che questi signori di Tuteliamo Santa, tacciati di snobismo e allure da case vista mare, si smarcano dai sogni politici e lustrano i gioielli di famiglia. Quattordici più trecento tesserati, assolutamente trasversali: non saranno un esercito, ma la vocazione a stanare l'hanno auscultata e tarata ad hoc.
Scendere in campo colorandosi? Macchè: «Tuteliamo Santa si pone quale interlocutore privo di opzioni partitiche, perché il candidato va scelto per la sua autorevolezza e la condivisione del programma proposto». Disponibilità totale al «dialogo con tutti coloro che hanno realmente e onestamente a cuore la salvaguardia della nostra città» ribadisce Ortona. Chiarezza e collaborazione dunque, e giusto per fissare dei paletti, fresco di stampa il questionario rivolto ai candidati. Argomento bollente il nuovo piano urbanistico comunale: sulla bilancia la tutela massima del territorio e derive; cemento sì o no, spiagge, colline, parcheggi.
E quella cosa chiamata tunnel. Poi il turismo d'eccellenza, gli alberghi, l'ospedale e la futura destinazione di aree strategiche quali l'ex ospedale di Via Roma, l'area merci FF.SS. l'ex Spertini, Covo di Nord Est, Casa del Mare e l'ex Istituto San Giorgio. Nodi gordiani su cui l'Associazione ha già preso precise posizioni redigendo il suo «Piano Santa» al grido «il buon senso non ha colore». Che Santa è il luogo del cuore, «è un unicum, una rarità, più che mai gelosa della sua storia, identità culturale e paesistica, e come tale deve essere conservata».
Ecco i bisogni primari sventolati da un'elite che sembra immune dai giochetti di potere e poltrone promesse: «Migliorare la qualità della vita attrarrà nuova residenzialità e riconquisterà il turismo di livello - insiste Ortona - Quindi maggiori occasioni di lavoro per i giovani residenti». Si gioca sull'eccellenza dell'accoglienza, sul mare pulito («vedi la questione aperta sul depuratore»), il no al tunnel Rapallo-Santa, no alla pedonale con San Michele di Pagana. Poi scuole di ottimo livello, sanità funzionante, sicurezza, impianti sportivi e piano integrato di intrattenimento del Levante per tutto l'anno. E soprattutto «no al turismo nazional-popolare ricercato negli ultimi 15 anni». La conferma: «Alcuni schieramenti ci hanno già contattato e qualcuno ha dichiarato di non gradirci come compagni di viaggio» riferisce Ortona. Rognosi? «Beh, la nostra è un po' la funzione del controllore: equidistanti da tutti, facciamo della neutralità la nostra forza».
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