Tra speranze e disillusioni di cronisti, playboy ed ex

L'unico davvero ottimista, domenica pomeriggio era un tal simpatico cronista e commentatore sportivo di vaglia (uno che ama stare volentieri nella «stanza dei bottoni»): si chiama Fabrizio Pianetti. Nell'intervallo, sull'uno a zero anti Genoa, giurava, scommetteva somme fantascientifiche (si fa per dire) sul risultato finale: «Amici, il Genoa vincerà quattro a uno!». Strette di mano, sorrisetti, qualcuno che ci credeva davvero. La nostra promessa fu: «Se hai ragione ti dedichiamo una pagina, con foto». Morale, dedichiamo purtroppo solo un appunto all'amico del «sogno infranto».
C'era, in verità, un certo umore positivo alla vigilia, lo stesso Massimo Donelli (direttore di Canale 5) aveva portato con sé la sua deliziosa compagna convinto di offrirle un «qualcosa di sontuoso». Nulla di bello, insomma: nemmeno la «triade» solidamente rossoblù (Tullo, Guerello, Veardo: che trio di punta!) ha potuto qualcosa. Il bel sogno di una vittoria è volato nel cielo come le volute voluttuose della sigaretta di Ramona, l'elegante compagna di Alessandro Vaccaro, presidente dell'ordine degli avvocati che sperava molto in Marco Rossi (solitamente suo «allievo leguleio» durante le altre partite), sceso in campo per risolvere il problema del Grifo. Vaccaro era molto felice, prima della gara e raccontava a tutti il premio che aveva ricevuto dai suoi colleghi genovesi per la sua sontuosa partecipazione al convegno nazionale degli avvocati di Bari dove pare avesse furoreggiato. Floro Flores è rimasto serio e compunto (anche un po' stravolto) sino alla fine, poi quando visto i fotografi, si è aperto al sorriso accanto alla sua dolce consorte. Così come Matuzalem, nascosto dietro un fitto paio di occhiali neri, sembrava più una spia araba che un giocatore di qualità come dicono. Strana la dichiarazione di Del Neri a fine partita: «Floro Flores e Matuzalem? Non li ho visti...».
Ha fatto la sua capatina il play boy di mezza età, Braschi, riconfermato, ahinoi, ancora designatore. Che arbitro avrà mai visto domenica? Certamente per lui un «ottimo direttore di gara», un «perfetto conoscitore del regolamento», un «vero arbitro di successo».

In verità, come si diceva in tribuna, Orsato appariva più un «Ducetto» con ditino alzato che un direttore di gara: questi arbitri (sostenevano alcuni «intellettuali») credono di essere i padroni del mondo, e non hanno ancora capito che sono loro «ad essere al servizio dei giocatori e della partita» e non viceversa. Certo avendo un maestro come Braschi come si fa a «non alzare il ditino verso il povero inerme giocatore?».

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