In casa Sampdoria, ieri, è stata la giornata dei faccia a faccia. Da una parte, in Piemonte a Grondona, quello tra il vicepresidente Edoardo Garrone, il direttore generale Rinaldo Sagramola e il direttore sportivo Pasquale Sensibile, dall'altra quello tra gli ultras del gruppo «Fedelissimi», il tecnico Ciro Ferrara e il capitano Daniele Gastaldello. Partiamo dal primo. I vertici del club, ormai appare piuttosto evidente, hanno fatto un passo indietro sulla fiducia «incondizionata» ad allenatore e diesse. Se dovesse andare male il derby, l'organigramma societario e lo staff tecnico verrebbero ridisegnati. L'incontro di ieri comunque ha tentato di essere quanto più possibile costruttivo, cercando un modo tutti assieme per tentare di uscire dalla crisi in cui è sprofondata la squadra. Ora però il tempo in cui tutti si guardavano negli occhi è scaduto perché la Sampdoria deve obbligatoriamente tornare a fare punti.
Insomma, la gara di domenica sarà l'ultima chance per evitare il naufragio del progetto costruito da Sensibile. A Bogliasco, invece, una frangia della Gradinata Sud ha chiesto e ottenuto un colloquio con Ferrara e Gastaldello dopo che il faccia a faccia gli era stato negato all'aeroporto al ritorno dalla sfida di Palermo. Circa quindici tifosi sono entrati all'interno dell'impianto del Mugnaini e hanno chiesto di tirare fuori gli attributi per la gara di domenica contro il Genoa e soprattutto hanno intimato loro di «non tirare indietro la gamba». Successivamente gli stessi tifosi hanno domandato anche le motivazioni di questa inspiegabile caduta libera e Ferrara ha attribuito parte della responsabilità ad infortuni e squalifiche. Tutto all'insegna della massima educazione e civiltà. Certo è che i tifosi più caldi stanno iniziando a perdere la pazienza e questo anticipa il clima di tensione che si vivrà domenica durante e dopo la stracittadina.
Dopo il faccia a faccia durato circa 30 minuti la squadra ha potuto allenarsi in tutta tranquillità sul campo inferiore, aprendo anche le porte ai tifosi rimasti ad attendere la consueta ripresa dei lavori, mentre il gruppo dei Fedelissimi ha preferito abbandonare il «Mugnaini»: «Lasciamoli lavorare in pace», si è distintamente sentito. Senza Romero, Estigarribia e Mustafi, impegnati con le rispettive nazionali, Ferrara ha lavorato sul 4-4-2 già sperimentato domenica a Palermo. Così la difesa era composta da De Silvestri, Gastaldello, Rossini e Costa mentre a centrocampo con Munari a destra, Obiang e Tissone centrali (Maresca fa fatica dopo l'ultimo infortunio) con uno tra Krsticic e Poli esterno sinistro. Davanti Icardi e Eder.
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