Tegucigalpa - Un gruppo di militari ha arrestato a Tegucigalpa, in Honduras, il presidente del paese centroamericano, Manuel Zelaya. Lo hanno reso noto emittenti radiofoniche del paese, precisando che il capo dello Stato è stato portato via dalla sua residenza, è stato condotto in una base aerea e da qui in Costa Rica. Lo affermano fonti di Tegucigalpa, che è in questi minuti sorvolata da aerei. Per ora le forze armate non hanno rilasciato alcun comunicato, affermano le fonti, precisando che la residenza è circondata da circa 200 militari.
L'arresto arriva dopo la delicata crisi istituzionale che si era aperta a seguito della decisione di Zelaya di rimuovere il capo di stato maggiore delle forze armate, Romeo Vasques: decisione contestata dallo stesso militare, la cui reintegrazione all'incarico era stata d'altra parte chiesta dalla Corte suprema del paese centroamericano. Al centro del lungo braccio di ferro militari-presidente c'é un controverso referendum popolare indetto da Zelaya e in programma per oggi, tramite il quale il presidente punta ad ottenere una riforma costituzionale che gli permetterebbe di presentarsi per un secondo mandato presidenziale di quattro anni.
Blindati e scontri nella capitale Testimoni hanno riferito che gas lacrimogeni sono stati sparati contro un gruppo di circa 500 manifestanti davanti al palazzo presidenziale di Tegucigalpa, da dove stamani è stato portato via il capo dello Stato. I blindati si trovano non solo nelle strade di accesso alla residenza del presidente arrestato ma anche in altri punti della capitale, e d'altra parte gruppi di militari stanno prendendo il controllo delle sedi di alcuni edifici della pubblica amministrazione. Nella capitale ci sono anche interruzioni nella fornitura dell'energia elettrica. Fonti di Tegucigalpa hanno infine reso noto la convocazione di una riunione dell'Organizzazione degli stati americani (Osa).
"Zelaya sta bene" Il presidente Manuel Zelaya sta bene": lo ha detto alla Cnn in spagnolo la ministra della Sicurezza del Costa Rica, Jiannina Veccio, confermando che Zelaya si trova nel suo paese, "dove è stato portato da un aereo militare honduregno". "Sta molto bene, è tranquillo e in buone condizioni" ha aggiunto la ministra, che ha avuto un colloquio telefonico con il presidente honduregno, il quale "ha chiesto di rifugiarsi nel nostro paese". "Credo che fra circa trenta minuti il presidente dovrebbe dare una conferenza stampa", ha proseguito la ministra, confermando che "Zelaya è ora ospite del nostro governo". "Il presidente mi ha riferito che stamani presto è stato portato via da un gruppo di militari", e che considera tale azione come "un sequestro".
"Obama, ci sei dietro tu?" "Ci sei tu dietro a tutto questo?", lo ha chiesto direttamente al presidente degli Stati Uniti Barack Obama, parlando alla televisione Telesur, la cui sede è a Caracas (Venezuela), dal Costa Rica. Zelaya ha anche detto che "se (Washington) non dà il proprio sostegno a questo colpo di stato, può vanificare questo attacco contro il nostro popolo e contro la democrazia".
"Presi ambasciatori" I soldati dell'Honduras hanno "sequestrato" gli ambasciatori di Venezuela, Cuba e Nicaragua nella capitale honduregna. Lo ha detto alla Cnn in lingua spagnola, l'ambasciatore venezuelano Roy Chaderton alla riunione dell'Osa (Organizzazione degli Stati Americani) in corso a Washington.
Chavez minaccia di intervenire Se i militari dell'Honduras sequestrassero l'ambasciatore del Venezuela a Tegucigalpa, ciò costituirebbe "un atto di guerra, di fronte al quale dovremmo reagire, anche militarmente": lo ha detto il presidente venezuelano Hugo Chavez, dopo la denuncia di "sequestro" degli ambasciatori. Chavez, ha dichiarato che il colpo di stato non è una questione "che si conclude oggi" perchè "la interromperemo". Chavez ha poi lanciato un appello ai militari "patriottici" perchè "neutralizzino"' il golp"e. Le forze reazionarie in Honduras si accorgeranno che il mondo ècambiato, che esiste l'alba", ha detto, facendo un gioco di parole con l'Alleanza Bolivariana per le Americhe (Alba), di cui fa parte anche l'Honduras e promossa tempo fa dallo stesso Chavez. La stessa Alba aveva recentemente annunciato che "non sarebbe rimasta a braccia incrociate" in caso di golpe in Honduras.
Obama: "Molto preoccupato" Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha espresso "profonda preoccupazione" per il colpo di stato militare. Chiedo a tutti gli attori politici e sociali in Honduras di rispettare le norme democratiche, la legge e gli impegni della Carta democratica inter-Americana" ha detto il presidente Usa in una dichiarazione diffusa dalla Casa Bianca. "Ogni tensione esistente e ogni contesa deve essere risolta in modo pacifico attraverso un dialogo libero da interferenze esterne".
La Clinton: "Violati i principi democratici" Il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, ha detto che le azioni compiute contro il presidente dell'Honduras, Manuel Zelaya, "violano i principi democratici" e che per questo dovrebbero essere "condannate da tutti". "Chiediamo a tutte le parti in Honduras di rispettare l'ordine costituzionale e la legge, di riaffermare la loro vocazione democratica e di impegnarsi a risolvere le loro divergenze politiche in modo pacifico e attraverso il dialogo".
La moglie di Zelaya nascosta in montagna "Siamo in mezzo alle montagne perché c'é l'ordine di arrestare anche noi e ci potrebbero portare fuori dal paese": lo ha detto Siomara Castro Zelaya, moglie del presidente., La donna, in un messaggio trasmesso dalla Cnn in lingua spagnola, ha dichiarato che il paese è stato "messo sotto assedio", e ha chiesto ai soldati di "non essere complici" dei militari che hanno organizzato il golpe. Nel paese "i ponti sono presidiati dall'esercito e le reti elettriche e telefoniche sono state interrotte", ha aggiunto, precisando: "Non so dove sono i miei figli".
Arrestati sette ministri Oltre al presidente, anche la ministra degli esteri Patricia Rodas e almeno altri sette ministri sono stati arrestati . Rodas è stata portata via stamane "da militari incappucciati", ha precisato l'ambasciatore venezuelano in Honduras, Armando Laguna, in dichiarazioni all'emittente di Caracas Telesur. E' stata "obbligata a salire su un furgone militare" e portata alla base aerea alle porte di Tegucigalpa da dove è partito verso il Costa Rica l'aereo con a bordo Zelaya, ha detto Laguna, senza dare altre precisazioni.
"Non mi sono dimesso" Dichiarato Manuel Zelaya, in un'intervista dal Costa Rica alla Cnn. "E' assolutamente falso", ha aggiunto il capo dello stato facendo riferimento al fatto che, in Parlamento a Tegucigalpa, alcuni politici sostenitori del golpe hanno letto un testo secondo il quale il presidente ha appunto "rinunciato" all'incarico. Poi, per alzata di mano, hanno approvato una mozione designando suo successore il presidente dello stesso Parlamento, Roberto Micheletti. Tale iniziativa ha fatto seguito ad un passo della Corte Suprema di giustizia che, in un comunicato, ha reso noto di aver essa stessa disposto "l'arresto" di Zelaya.
Vertice d'emergenza a Managua E' prevista la partecipazione anche del deposto presidente Manuel Zelaya ad un "vertice d'emergenza" in programma fra qualche ora in Nicaragua tra i presidenti degli stati centroamericani, dopo il golpe contro il capo dello Stato dell'Honduras. La riunione ordinaria del sistema d'integrazione centroamericano era in programma per domani, "ma è stata anticipata" proprio a causa della crisi a Tegucigalpa, ha rilevato la portavoce del presidente Daniel Ortega, Rosario Murillo, moglie del leader sandinista. A Managua si sta recando d'altra parte il segretario generale dell'Organizzazione degli stati americani (Osa), José Miguel Insulza, hanno precisato a Washington fonti dell'organismo, confermando che Zelaya è fra i capi di stato attesi nella capitale nicaraguense.
"Sedotto" da Chavez Il presidente honduregno Manuel Zelaya, un latifondista di 56 anni, è in carica dal gennaio 2006. Eletto con i voti dei conservatori del Partito Liberale, ha compiuto una sorprendente svolta a sinistra, approvata dal presidente venezuelano Hugo Chavez e da Fidel Castro. Contro di lui la destra, con il sostegno dei militari, si è mossa per evitare il referendum che gli avrebbe potuto dare la possibilità di candidarsi per un secondo mandato. Zelaya, nato nel 1952 a Catacamas, proviene da una famiglia benestante dell'Honduras, appartenente all'oligarchia del paese. Dopo studi in Europa, a Praga, e in una delle più importanti scuole cattoliche di Tegucigalpa, ha intrapreso la carriera politica nel Partito Liberale. Alla presidenza, nel 2005, Zelaya è arrivato con difficoltà: nonostante le tensioni sorte in seguito a contestazioni sullo spoglio delle schede, il Tribunale supremo elettorale lo ha dichiarato vincitore con il 49,9% delle preferenze, contro il 46,17% ottenuto dal suo avversario, il presidente uscente Porfirio Lobo, del Partito nazionale, quando l'11,4% delle scede non erano ancora state scrutinate. Zelaya, carismatico e moderatamente populista, con il suo grande cappello e stivali texani, è in realtà sempre stato conservatore, con fama di persona onesta e di cattolico osservante.
Una volta al potere, vista l'endemica povertà della maggior parte dei 7,2 milioni di honduregni, Zelaya ha deciso di convertirsi al socialismo alla Chavez: tant'é che di recente ha fatto entrare Tegucigalpa nell'Alternativa Bolivariana para los Pueblos de Nuestra America (Alba), organismo voluto con molta determinazione dal leader venezuelano per conquistare spazi nella regione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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