
Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, ha reso noto che il Consiglio dei ministri ha approvato il Documento di finanza pubblica, che è "diverso rispetto al passato" e contiene "aggiornamento dei conti di finanza pubblica". Attendiamo, ha aggiunto, "che la normativa nazionale modifichi la legge di Bilancio onde dare sistematicità e coerenza a tutto l'impianto". Il ministro ci ha tenuto a sottolineare che "non è più il Def, la normativa europea prevede un documento diverso, manca dei dati programmatici tipici del Def". Il documento, per altro, "viene adottato in una situazione molto complessa e tutto ciò rende difficile le previsioni anche a breve".
Nel caos della guerra commerciale dei dazi, il ministro Giancarlo Giorgetti ha chiesto a tutti di mantenere la calma: "Bisogna decidere e ho detto dall'inizio con razionalità e sangue freddo, senza farsi prendere dalla frenesia, vale per le spese sulla difesa e le misure sui dazi, dobbiamo per le spese per la difesa prendere una decisione valutare la capacità di assorbimento delle spese difesa se non c'è capacità produttiva non si capisce dove andiamo a parare". Saranno comunque da valutare "anche gli impatti in termini anche macro, qui avremmo potuto mettere qualsiasi tipo di numero ma gli impatti diretti e indiretti vanno valutati, bisogna ragionare a mente fredda. Non si possono fare interventi che mettono a rischio la finanza pubblica, in modo casuale e generico. Bisogna essere molto molto chirurgici per essere anche efficaci".
Durante la conferenza stampa, il ministro ha anche spiegato che la previsione del deficit è al "3,3% nel 2025, al 2,8% nel 2026, e al 2,6% nel 2027", questo perché "l'effetto di cassa dei crediti del superbonus tenderà a sgonfiarsi, anche il piano di traiettoria in base alla nuova governance europea risulta rispettato: noi prevediamo 1,3%, poi 1,6%, 1,9%, 1,7% e 1,5% nel 2029". Inoltre, il ministro dell'Economia ha spiegato che il governo ha deciso di adottare "stime di crescita allineate a quelle recentemente ridotte da Banca d'Italia, quindi abbiamo una crescita reale del Pil di 0,6% nel 2025, 0,8% nel 2026 e 0,8% nel 2027, dimezzando di fatto la previsione del Piano che era 1,2%".
Per le spese per la Difesa, invece, il governo "mantiene l'orientamento e l'andamento originario", questo perché si ritiene che, "in base ai nostri criteri di contabilizzazione che eventualmente saranno discusse in sede Nato, di essere in linea con la richiesta del 2%". Di fatto, quindi, non è stato deciso lo scostamento per le spese della Difesa che sono state richieste dalla Commissione europea e dalla Nato, perché aumentarle "implicherà di fare delle scelte che in questo momento non si ritiene di adottare e saranno fatte nei tempi prescritti".
Essendoci la richiesta da parte della Commissione di chiedere la clausola nazionale di eccezione rispetto agli indicatori entro la fine di aprile, probabilmente "in sede di risoluzione sul Def il Parlamento si dovrà esprimere perché procedendo in quel senso si dovrà fare uno scostamento che prevede procedura rafforzata di votazione nelle due Camere".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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