Antonello Mosca
Piero Guidi è presidente e fondatore di un'azienda di livello e fama internazionale nel campo della pelletteria e dell'abbigliamento. Il sicuro gusto per il bello, che ha trovato in Urbino, sua suggestiva città di origine, la culla più naturale, oltre ad una profonda conoscenza dei materiali e delle tecniche di lavorazione lo hanno sempre portato a cogliere le tendenze, anticipare e interpretare le mode, realizzare modelli dall'impronta esclusiva. Personaggio attento ad ogni forma che riguardi il design, Piero Guidi non sfugge alla grande schiera di coloro che amano la propria casa, il mondo dell'arredamento e l'interior design.
«L'abitare significa per me riuscire a mettere insieme una serie di passioni e di affetti. I legami con la famiglia, l'essere circondato da tutti gli oggetti che amo, il poter ammirare la collezione di quadri, sedermi al tavolo da lavoro e disegnare fino a tarda notte».
La sua sembra essere un'abitazione molto mediterranea.
«In effetti lo è, con la caratteristica di essere davvero solare, nella quale vivono le opere dei miei amici pittori, le raccolte dei vasi, sculture e oggetti che ho riportato da ogni parte del mondo. Un mondo complesso e articolato che mi continua ad affascinare, soprattutto per le mescolanze e gli accostamenti: e quadri classici del primo Novecento si affiancano a quelli della pop-art, alle rappresentazioni dell'astrattismo, a mobili di varie epoche e stili».
C'è qualche autore cui è particolarmente legato?
«Ho molte opere di Mario Schifano, che è stato un grande amico, una persona cui ho voluto molto bene e che mi ha dedicato dei grandi quadri».
C'è un locale della casa che rappresenta un rifugio?
«La mansarda, un ambiente dove mi reco per disegnare, per fare ginnastica, per leggere e ascoltare musica».
Il suo soggiorno?
«È certamente un ambiente molto grande e arioso, capace di accogliere anche molti amici, con sedute ampie e comode, luminoso per le grandi aperture e intimamente legato alla cucina. Vi predomina un grande camino».
E la camera da letto?
«Sulla parete di fronte al letto ho appeso ben ventuno quadri e ogni mattina, appena mi sveglio, faccio una prova di lucidità, contandoli tutti. Ma sono sistemati in maniera asimmetrica, e quindi a volte ci si può confondere. L'arredo in ogni modo è tradizionale, con colori freschi e tenui, e vi regna un grande senso dell'intimità».
E la cucina?
«È un locale importante, attrezzato nella maniera migliore, e con la possibilità di cuocere direttamente con il vero fuoco di legna. Soprattutto la domenica mi piace tenerlo vivo fino alla sera per arrostire la carne insieme agli amici».
Colori e tessuti, in generale, come sono?
«Prevalgono i beige e le tinte castagna, nelle sfumature più fresche, anche per legare con le pareti che sono in mattone a vista».
Lei ha parlato di particolari mobili.
«In effetti, e credo siano i più significativi tra quelli che possiedo, vi sono pezzi che abbiamo fatto costruire appositamente e che i miei amici hanno decorato con motivi di animali».
Lei ne ha disegnato qualcuno?
«Sempre l'ho fatto, perché il design è qualcosa che fa parte della mia natura e poi penso che il mobile non debba avere quelle caratteristiche di fragilità che il minimalismo impone, né avere l'aspetto pesante che mostrano le cucine. Così credo che possedere e usare qualcosa che risponde alle tue sensazioni sia la cosa più giusta in una casa».
La sua è l'ultima e davvero quella ideale?
«Credo proprio di sì, è quella in cui trascorro la mia vita perché l'ho creata esattamente come la volevo, con quest'aria un poco rustica e agreste, ma ricca di simboli legati al nostro paesaggio, alla nostra arte e cultura».
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