Catalogati come merce di scambio: il destino degli ostaggi nelle istruzioni di Yahya Sinwar

In un file gli ostaggi sono catalogati per età e identificati come civili o soldati, uomini o donne

Catalogati come merce di scambio: il destino degli ostaggi nelle istruzioni di Yahya Sinwar
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Schedati come merce di scambio: questo il destino degli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas dal 7 ottobre scorso. Le istruzioni su come catalogare uomini e donne caduti sotto la furia di Hamas un anno fa erano, infatti, molto chiare. Il rapimento degli ostaggi aveva un obiettivo ben preciso, ossia quello di utilizzare inermi cittadini come pedine da scambiare con i miliziani di Hamas detenuti nelle carceri dello Stato ebraico.

Le istruzioni di Sinwar sugli ostaggi

Una verità che emerge dalle pagine dei documenti scritti di proprio da Yahya Sinwar, ucciso il 16 ottobre scorso in un'operazione israeliana a Rafah. Pagine e pagine in cui si mescolano istruzioni pratiche a versetti del Corano che spiegano nel dettaglio in che modo debbano essere trattati gli ostaggi. Si tratta di almeno tre documenti principali, che contengono dettagli sugli ostaggi e soprattutto come proteggerli e tenerli in vita più a lungo, onde evitare di perdere potere contrattuale e potenziale di ricatto sul governo di Benjamin Netanyahu. Se nel documento principale sono contenute istruzioni e proclami di vario genere, in un secondo file gli ostaggi sono catalogati per età e identificati come civili o soldati, uomini o donne. Un terzo documento riporta, invece, esclusivamente un elenco più succinto con i nomi di 11 ostaggi, la maggior parte dei quali sono stati rilasciati nell'accordo di novembre.

Il pressing per un accordo sugli ostaggi

Lo svelamento dei documenti aumenta ora il pressing delle famiglie degli ostaggi sul governo israeliano. Ieri, infatti, alcuni manifestanti hanno circondato, in occasione della festività di Simhat Torah, la casa del primo ministro israeliano a Cesarea, chiedendo al governo di concludere un accordo per liberare gli ostaggi. Invece di circondare la sinagoga con la Torah, come da tradizione in occasione della festività ebraica, i manifestanti hanno circondato la residenza del premier, sventolando bandiere israeliane e tenendo in mano torce e foto dei propri cari.

Ancora difficle prevedere se la morte di Sinwar possa in qualche modo sbloccare la situazione: certo è che David Barnea, capo del Mossad, si recherà a Doha, in Qatar, domenica prossima, nel tentativo di riavviare i negoziati con diverse figure chiave. Lo riferiscono i media israeliani, secondo cui Barnea incontrerà il capo della Cia Bill Burns, il primo ministro del Qatar Mohammed bin Abdel-Rahman Al-Thani e il capo dell'intelligence egiziana Hassan Rashad. Era stato proprio Netanyahu, negli scorsi giorni, a dare il placet a un'eventale mediazione egiziana: una mossa che ha fatto infuriare i falchi Ben Gvir e Bezalel Smotrich, contrari ala presenza del Mossad a Doha.

Il giallo sugli ostaggi russi

Un giallo riguarderebbe due ostaggi russi per i quali Mosca starebbe lavorando con fermezza. Una delegazione russa srebbe arrivata ieri in Israele per avviare delle negoziazioni per il rilascio di due ostaggi israeliani con doppia cittadinanza. Secondo il sito Saudi Al-Hadath, la delegazione ha portato un messaggio al primo ministro da parte di Vladmir Putin per porre fine alle campagne militari in corso di Israele contro Hamas a Gaza e Hezbollah in Libano.

Nelle scorse ore il leader di Hamas, Mossa Abu Marzouk, ha riferito a Ria Novosti che, Alexander (Sasha) Trufanov e Maxim Herkin, saranno tra i primi a essere liberati durante un eventuale rilascio di ostaggi, ma solo come parte di un accordo di cessate il fuoco e uno scambio di ostaggi con prigionieri palestinesi.

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