Gli Houthi ci chiamano per nome. Nemici. «L'Italia si è voluta schierare a fianco dei nostri nemici e a difesa di Israele», fa sapere Abdennaser Mahamed, funzionario del dipartimento dei media della presidenza della Repubblica di Sana'a, la «patria» degli Houthi. Che certo, per il momento non considerano il nostro Paese «un obiettivo diretto». Ma essere nella colonna dei cattivi sulla lavagna nera delle milizie finanziate dall'Iran costituisce motivo di preoccupazione e di orgoglio al contempo.
A scatenare l'ira degli Houthi è stato il nuovo abbattimento da parte della Caio Duilio, il cacciatorpediniere lanciamissili della Marina Militare che incrocia nel Mar Nero nell'ambito della missione europea Aspides, di due droni aerei lanciati dagli yemeniti. Un'operazione eseguita, come già in precedenza nelle ultime settimane, «in attuazione del principio di autodifesa».
Parola che non piace all'ammiraglio Luigi Mario Binelli Mantelli, già capo di stato maggiore della Marina militare: «Finiamola di parlare di autodifesa, perché qui difendiamo gli interessi europei e nazionali. Questi attacchi alle navi mercantili sono atti di pirateria, non c'è nessuna autodifesa».
L'abbattimento è salutato con entusiasmo da parte degli esponenti del governo e della maggioranza. «Fieri dei nostri marinai!», scrive su X il ministro degli esteri e vicepremier Antonio Tajani. «Un segnale importante del contributo che l'Italia con i suoi uomini migliori sta dando alla difesa della navigazione internazionale», commenta sullo stesso social il presidente dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri.
Quello che appare evidente è che gli Houthi con il Ramadan hanno intensificato le loro azioni offensive contro le navi occidentali che «battono» il Mar Rosso. In un comunicato pubblicato su X il Comando centrale degli Stati Uniti fa sapere
che lunedì i militanti filoiraniani hanno lanciato due missili antinave contro un mercantile che navigava nel Mar Rosso, il «Pinocchio», di proprietà di Singapore ma battente bandiera della Liberia. I missili hanno mancato la nave e non sono stati segnalati danni né feriti. In risposta, riferisce il Centcom, gli Stati Uniti hanno condotto «sei raid per autodifesa, distruggendo un drone marino e 18 missili antinave degli Houthi».
Gli attacchi Houthi alle navi nello stretto di Bab el-Mandeb mettono in pericolo un punto critico per il commercio e l'economia globale: nel Mar Rosso si concentra il 12 per cento del commercio globale e il 40 per cento del commercio tra Asia ed Europa, nonché il 30 per cento del traffico globale di container. Il Boston Consulting Group (Bcg) formula quattro scenari in base all'andamento del conflitto in Palestina (risoluzione rapida del conflitto, escalation gestita, guerra prolungata e guerra regional) con effetti di disturbo crescenti sui traffici interazionali, che negli ultimi due scenari
pagherebbero con interruzioni prolungate nello stretto di Bab el-Mandeb e addirittura a un cambiamento permanente nelle rotte di spedizione con costi di spedizione alle stelle e gravi tensioni sulle catene di approvvigionamento globali.
Per questo il ministro italiano della Difesa Guido Crosetto sostiene che «non basta l'approccio militare e la scorta alle navi mercantili, il tema delle prossime settimane è affiancare anche altri sistemi, interventi e trattative politiche e diplomatiche per far cessare questi attacchi che alla fine non incidono come vorrebbero gli Houthi nella guerra a Gaza ma solo nell'economia italiana ed europea».
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