Ecco il video che smaschera gli ultrà filopalestinesi: spunta un lanciamissili nel cimitero

I soldati israeliani mostrano in un filmato un'arma incastonata fra le macerie di un cimitero a Gaza

Ecco il video che smaschera gli ultrà filopalestinesi: spunta un lanciamissili nel cimitero
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Un lanciamissili tra le rovine di un cimitero. Lo hanno ritrovato i soldati israeliani del battaglione 7086 della brigata Golani attivi nel cimitero di Shejaiya, quartiere a nord-est di Gaza City. "Il battaglione 7086 ha trovato un lanciamissili pronto per essere azionato al centro di Shejaiya e nel bel mezzo di un cimitero", si sente in un filmato diffuso dalle forze armate di Tel Aviv in cui viene mostrata l'arma incastonata tra le macerie.

Secondo Israele, il lanciamissili apparterrebbe ad Hamas. Negli ultimi giorni questa zona di Gaza è stata teatro di aspri combattimenti tra palestinesi e militari israeliani, i quali si sono serviti di bulldozer per ripulire l'area. Stamattina l'esercito dello Stato ebraico ha invitato i residenti di Bureji, campo profughi nel centro dell'exclave, a sgomberare e ripararsi nei rifugi di Deir al Balah a sud. Da alcune settimane, nonostante le critiche provenienti dagli alleati e dalla comunità internazionale, l'offensiva terrestre israeliana si sta espandendo da nord, ma senza risultati tangibili sul campo.

Il movimento islamista che controlla la Striscia è stato accusato in numerose occasioni di nascondere ordigni e fucili negli edifici pubblici: dalle scuole agli uffici dell'Onu, l'elenco delle aree diventate bersagli militari nel corso degli anni è tristemente lungo. E lo hanno ammesso anche le Nazioni Unite, che da oltre mezzo secolo operano qui attraverso l'agenzia per i rifugiati (Unrwa): in passato, nelle strutture internazionali finite sotto attacco venivano stoccate casse piene di esplosivi e kalashnikov.

Lo stesso discorso vale anche per gli ospedali. In ogni caso, il diritto internazionale vieta tassativamente il bombardamento contro target civili. Lo stabilisce la Quarta convenzione di Ginevra, ma con un'eccezione, prevista dall'articolo 19: la protezione dei civili cessa "soltanto qualora ne fosse fatto uso per commettere, all’infuori dei doveri umanitari, atti dannosi al nemico".

Anche stavolta la folta schiera di opinionisti pro Palestina sceglie di voltarsi dall'altra parte, come d'altronde ha già fatto impunemente dopo le atrocità del 7 ottobre (che per inciso rappresentavano una violazione fuori scala e da tutti i punti di vista del diritto internazionale). Non commentano. Di fronte all'evidenza praticano il silenzio. Per niente religioso.

Alcuni sono troppo impegnati a parlare di "eserciti cloaca" (Orsini docet) oppure, tra una condanna e un'altra, a disseminare disinformazione e rancore verso gli ebrei. Come se il terrorismo, qualora usato per una causa ritenuta legittima, fosse in qualche modo emendabile.

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