Hamas consegna il corpo di Shiri Bibas. Israele ancora non conferma

La Croce Rossa avrebbe ricevuto una bara, che sarà poi consegnata alle Idf. Solo gli esami forensi potranno appurare il DNA del corpo

Hamas consegna il corpo di Shiri Bibas. Israele ancora non conferma
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Dopo una tormentata giornata di scambi e accuse reciproche, Hamas avrebbe scelto di consegnare poco fa il corpo di Shiri Bibas alla Croce Rossa. Lo riferisce Al Jazeera, citando fonti. Le autorità israeliane, tuttavia, non hanno confermato la notizia. Secondo il Time of Israel, si prevede che il corpo raccolto venga consegnato alle truppe dell'Idf intorno alle 12:30. La polizia si sta preparando a scortare un convoglio con il corpo all'istituto forense Abu Kabir di Tel Aviv per l'identificazione.

Il gruppo aveva consegnato ieri un terzo corpo il cui DNA non corrispondeva però a nessuno degli ostaggi ancora a Gaza. Secondo una fonte di Al Jazeera, le Brigate Qassam - l'ala militare di Hamas - hanno consegnato le spoglie di Shiri questa sera. Il canale 12 ha riferito che la Croce Rossa aveva ricevuto l'ordine di recarsi in un luogo dove ritirarla a Khan Younis. La famiglia Bibas sarebbe aggiornata costantemente. "Sottolineiamo la richiesta della famiglia di mostrare responsabilità e di non pubblicare resoconti non autorizzati, che potrebbero danneggiare gli sforzi", ha affermato l'IDF.

L'unico aggiornamento che per ora giunge via Al Jazeera è che la Croce Rossa ha confermato di aver ricevuto da Hamas una bara. La situazione sul campo resta piuttosto complessa. Ogni movimento notturno della Croce Rossa dovrà essere strettamente coordinato con l'esercito israeliano, che rimane in una cosiddetta zona cuscinetto, profonda da 700 metri a 1 chilometro nel territorio di Gaza. Qualora anche questi resti non dovessero corrispondere nemmeno questa volta, perfino la liberazione degli ostaggi prevista per domani potrebbe essere a rischio.

Intanto, si infiamma il dibattito sull'interruzione della tregua: il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato di essere "davvero" d'accordo con qualsiasi decisione presa da Israele, se proseguire con la seconda fase dell'accordo per la presa degli ostaggi a Gaza o tornare a combattere a Gaza. Interrogato sulla posizione del Primo Ministro Benjamin Netanyahu in un'intervista con Fox News, Trump ha sostenuto: "In realtà non è combattuto. Voglio dire, sai dove si trova, e vorrebbe entrare, ed è semplicemente così arrabbiato, e dovrebbe esserlo. Se non fosse arrabbiato, allora ci sarebbe qualcosa di sbagliato in lui, francamente".

Interrogato poi sulla necessità di Israele di decidere tra cercare di riportare indietro più ostaggi in una seconda fase o riprendere la guerra, e se è d'accordo con entrambe le scelte, Trump risponde: "Lo sono. Lo sono davvero. Sai, quando vedi cosa sta succedendo lì... ti chiedi in che condizioni sono gli ostaggi che hanno. Un gruppo è arrivato così male che sembrava un campo di concentramento in Germania".

In previsione di domani, Hamas ha rilasciato i nomi dei sei ostaggi israeliani in vita che i militanti hanno intenzione di rilasciare in base ai termini del cessate il fuoco. L'ufficio stampa dei prigionieri palestinesi legato ad Hamas ha affermato che in cambio saranno liberati anche oltre 600 palestinesi dalle prigioni israeliane.

Gli annunci sono un segnale che il fragile accordo di cessate il

fuoco resta sulla buona strada, nonostante le tensioni seguite alle accuse israeliane diffuse durante la notte secondo cui il corpo dell'ostaggio Shiri Bibas non sarebbe stato restituito a Israele come promesso da Hamas.

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