È passato un mese dal 7 ottobre, il giorno in cui Israele ha subito il peggior attacco della sua storia: 1.400 persone, per la maggior parte civili, sono stati massacrati dai terroristi di Hamas nelle città e nei kibbutz vicini al confine con la Striscia di Gaza. In 240 sono ancora prigionieri dell’organizzazione palestinese. Lo Stato ebraico ha lanciato l’operazione “Spade di ferro” e dichiarato l’assedio dell'exclave, con l’obiettivo di eradicare il movimento islamista una volta per tutte.
Dai bombardamenti all'offensiva di terra: le operazioni delle Idf
Dopo settimane di intensi bombardamenti, le truppe di terra delle Idf sono entrate nel territorio controllato da Hamas. Inizialmente, hanno condotto solo piccole e rapide incursioni, con l’obiettivo di individuare gli ostaggi e le postazioni dei terroristi. Il 29 ottobre, brigate di fanteria e carri armati hanno oltrepassato il confine a nord e nella zona centrale della Striscia, muovendosi rapidamente lungo la spiaggia e attaccando le postazioni avanzate dei terroristi. Dopo i primi scontri e la creazione di solide teste di ponte, le Idf hanno iniziato le manovre di accerchiamento di Gaza City, considerata la roccaforte dei terroristi. La città è stata completamente circondata domenica 5 novembre.
#Gaza map update:#Israel has now begun to make gradual advances into Gaza City from the coast.#Palestinian citizens have started to use the humanitarian evacuation corridor established by the #IDF. The route is only available for limited time periods. pic.twitter.com/eaWSe1Q2y9
— War Mapper (@War_Mapper) November 6, 2023
Tagliato fuori dal resto della Striscia il grosso delle forze di Hamas, i soldati israeliani hanno dato il via alla fase di “epurazione” del centro urbano. Tramite operazioni congiunte di forze di terra e aviazione, i militari dello Stato ebraico hanno distrutto centinaia di postazioni e liberato diversi compound utilizzati dai terroristi come centri di comando, postazioni di lancio di missili e depositi di armi.
Contemporaneamente, le forze speciali e i servizi di intelligence di Tel Aviv hanno continuato la loro caccia ai comandanti dell’organizzazione palestinese. Ufficiali politici e militari sono stati uccisi in attacchi aerei mirati o sono stati arrestati in Cisgiordania. Molti di loro si sono nascosti nella fitta rete di tunnel sotterranei, vero punto di forza di Hamas nella Striscia.
Gaza, i tunnel e le operazioni speciali: il futuro della guerra
Nelle prossime settimane, Israele continuerà l’avanzata lenta e metodica all’interno di Gaza City. L’obiettivo di Tel Aviv, l’eradicazione totale di Hamas, richiederà tempo e un impegno consistente in termini di uomini e mezzi. Ufficialmente, le autorità dello Stato ebraico non hanno ancora annunciato l’inizio dell’offensiva di terra, dunque è probabile che le truppe schierate all’interno della Striscia aumenteranno sensibilmente. In più, i soldati israeliani dovranno farsi strada all’interno della “Gaza sotterranea”, i 500 chilometri di gallerie che i terroristi conoscono alla perfezione e che potrebbero diventare una trappola mortale per le Idf.
All’asse “sopra terra” e a quello “sotto terra”, si aggiungono anche le operazioni di salvataggio degli ostaggi. Per il momento, il servizio di sicurezza Shin Bet e le forze speciali dell’esercito hanno portato in salvo una soldatessa rapida nei blitz del 7 ottobre, Ori Magidish. Una volta che il fronte si sarà stabilizzato e che l’intelligence avrà raccolto più informazioni, è probabile che si assisterà a più azioni di questo genere. Parallelamente, proseguiranno anche i bombardamenti aerei e la “strategia della decapitazione”, in modo da distruggere la catena di comando di Hamas e indebolire il più possibile le sue infrastrutture prima dell’avanzata delle truppe.
Osservato speciale, inoltre, sarà il Libano.
Gli Hezbollah, almeno per il momento, non sembrano intenzionati a intervenire direttamente al fianco dei “fratelli palestinesi”, ma continuano ad attaccare le truppe israeliane stanziate lungo la Linea blu con lanci di razzi, missili anticarro e droni esplosivi. La presenza delle navi statunitensi pare sufficiente a limitare le loro azioni offensive, ma l’intensificarsi dei combattimenti nella Striscia di Gaza potrebbe far precipitare la situazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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