"Lavoravano per un'azienda italo-polacca". Chi sono le due vittime del missile ucraino

Le vittime dei missili piombati ieri nella regione di Lublino avevano 50 e 60 anni: la loro "colpa" è stata quella di trovarsi nel posto sbagliato nel momento sbagliato

"Lavoravano per un'azienda italo-polacca". Chi sono le due vittime del missile ucraino

Erano due dipendenti di una società italo-polacca i morti causati dall'esplosione che ieri ha fatto tremare, al confine tra Polonia e Ucraina, il mondo intero. Stavano lavorando, come ogni giorno, a bordo del loro trattore sui campi di mais e grano che contraddistinguono lo scenario di questa estrema periferia polacca.

La guerra, vicina solo geograficamente fino a ieri, li ha colti di sorpresa. Così come ha colto di sorpresa le lande apparentemente tranquille di un angolo di Polonia scopertosi improvvisamente vulnerabile.

Dove il conflitto ha colpito

Le due vittime, così come rivelato all'Ansa dal segretario del comune di Dolchobyczow, avevano 50 e 60 anni. Lavoravano per Agricom, un'azienda italo-polacca apparsa da queste parti sul finire degli anni '90. Quando cioè il governo di Varsavia ha iniziato a mettere in affitto i terreni un tempo appartenenti ai kolchoz, le vecchie aziende agricole collettive di epoca comunista.

Ad accorgersi per primi dell'esplosione sono stati gli abitanti di due villaggi: Przewodow e Setniki. Messe assieme le due località a stento raggiungono i 500 residenti. Sono borghi molto piccoli, con le poche case affacciate sull'unico viale principale.

La guerra improvvisamente ha colpito proprio qui. E forse sapere che si è trattato di un incidente ha generato più ansia che sollievo. Le ultime ricostruzioni parlano di un missile dell'antiaerea ucraina finito per errore nelle campagne polacche. Dai raid mirati è possibile difendersi, ma dagli errori e dagli eventi più imprevedibili di un conflitto no.

I due morti di ieri lo hanno scoperto a proprie spese. Non erano all'interno di un territorio in guerra, né erano vicini a delle trincee. Stavano solo lavorando per la loro ditta e nulla più. E i loro nomi probabilmente in futuro non figureranno nemmeno in lapidi o in targhe dedicati ai caduti.

Sono vittime di una guerra che nessuno, al di qua del confine ucraino, stava combattendo. Vittime di un conflitto entrato di prepotenza nel loro territorio e con cui questo angolo di Polonia dovrà in qualche modo fare i conti.

I timori per le prossime settimane

Przewodow è molto più vicina a Leopoli che al suo capoluogo Lublino. Nessuno quindi può escludere altri incidenti: se i russi dovessero bombardare nuovamente le regioni occidentali dell'Ucraina, Kiev attiverebbe gli stessi ordigni che hanno ucciso i due agricoltori polacchi.

È per questo che Varsavia potrebbe chiedere l'applicazione dell'articolo 4 del trattato Nato. Quello cioè sollevato dal Paese membro che ritiene minacciata la propria integrità territoriale. Ancora però al momento non c'è certezza delle strategie del governo polacco. Se dovesse scattare l'articolo 4, l'esecutivo di Mateusz Morawiecki potrebbe chiedere un maggior sostegno all'Ucraina. Fornendo a Kiev nuovi sistemi antiaerei, in grado di evitare il ripetersi dell'incidente di ieri e di schermare i confini polacchi.

Certo è che dalle campagne in cui il conflitto ha colpito, così come dal resto delle regioni polacche,

una reazione verrà chiesta. Se il mondo ha tirato un sospiro di sollievo nelle ultime ore, a Przewodow e nei borghi più vicini adesso il timore è di finire come vittime sacrificali di un conflitto sempre meno prevedibile.

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