L'arma della libertà

Nessuno nella storia ha mai fatto pace per il gusto di farla: abbrutimento chiama abbrutimento, orgoglio chiama orgoglio, ambizione chiama ambizione

L'arma della libertà
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Per fare una guerra basta uno che dia l'ordine; per fare la pace bisogna essere d'accordo almeno in due, ma il più delle volte neppure basta. Questa banale osservazione ben spiega la difficoltà di raggiungere la fine della guerra in Ucraina, forse data per fatta troppo presto. Sfugge poi che la pace, come la guerra, a meno che non ci sia una netta e definitiva vittoria militare sul campo, è un atto di forza, nel senso che qualcuno deve imporre, in un gioco di lusinghe e minacce, ai due contendenti di finirla lì. E questo qualcuno il più delle volte ha a sua volta interesse a trarne vantaggi a scapito di qualcun altro. Insomma, solo le anime belle del pacifismo gandhiano tipo quelle che oggi fanno rotta su Ventotene pensano che la pace sia questione di buon senso e misericordia, figlia di preghiere e manifestazioni di piazza. No, le paci possono essere diversamente ma altrettanto violente e traumatiche delle guerre e noi italiani ne sappiamo più di altri, avendole sperimentate sulla nostra pelle più di una volta. Nessuno nella storia ha mai fatto pace per il gusto di farla: abbrutimento chiama abbrutimento, orgoglio chiama orgoglio, ambizione chiama ambizione. Poche sere fa in un dibattito televisivo mi sono ritrovato a discutere di questo con un giornalista russo collegato da Mosca. Diceva: voi europei state attenti a interferire nella pace di Putin, perché siamo in grado di ammazzarvi tutti. Gli ho risposto che certo, loro hanno centinaia di bombe atomiche (che poi mi chiedo a cosa servano, visto che nel momento in cui ne lanci una un secondo dopo sei morto anche tu per via della risposta simmetrica). Ma soprattutto gli ho detto che l'arma più potente è ancora saldamente nelle mani dell'Occidente: non è un missile, bensì la libertà che lui, pur stando seduto su un arsenale, non ha mai avuto e fino a che starà appresso a Putin mai avrà. La sua risposta è stata un sorriso beffardo di chi non poteva capire il senso delle mie parole.

Ecco, teniamocela stretta quest'arma, non per fare i pacifisti con le libertà degli altri, ma per usarla se il caso anche come una clava per difendere ciò che siamo e da dove veniamo. O almeno questa Ventotene o non Ventotene - è l'Europa che vorremmo vedere all'opera.

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