Nonostante lo Shabbat, il governo israeliano ha proseguito a oltranza i lavori di ieri sera per pervenire alla ratifica della tregua con Hamas. Ventiquattro ministri del governo Netanyahu hanno votato a favore e otto contro. Come già annunciato nelle scorse ore, l'accordo dovrebbe entrare in vigore domenica. Questo permetterà alla fronda anti-accordo di poter presentare una petizione all'Alta Corte di Giustizia, anche se è improbabile che questo avvenga. Nel frattempo, il ministro della Sicurezza nazionale Itmar Ben Gvir ha annunciato le sue dimissioni per protesta contro l'accordo con Hamas.
Una novità riguarderà l'orario di inizio della tregua: il cessate-il-fuoco a Gaza entrerà in vigore domenica alle 06:30 GMT, ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar su X. "Come coordinato dalle parti dell'accordo e dai mediatori, il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza inizierà alle 8:30 di domenica 19 gennaio, ora locale di Gaza", ha affermato Majed al-Ansari. “Consigliamo agli abitanti di prendere precauzioni, di esercitare la massima cautela e di attendere le indicazioni delle fonti ufficiali.”
I ministri del Likud David Amsalem e Amichai Chikli sono stati tra gli otto membri del governo a votare contro, insieme ai ministri dei partiti di estrema destra Otzma Yehudit e Religious Zionism. Il ministro delle Comunicazioni Shlomo Karhi, anch'egli membro del partito Likud del primo ministro Benjamin Netanyahu, non era presente. I ministri di Otzma Yehudit che si sono opposti all'accordo sono stati, invece, Itamar Ben Gvir, il leader del partito, Yitzhak Wasserlauf e Amichai Eliyahu. Il capo del Religious Zionism, Bezalel Smotrich, è stato raggiunto dai ministri del suo partito Orit Strock e Ofir Sofer nel votare contro. Otzma Yehudit ha minacciato di abbandonare la coalizione a causa della tregua.
Il cessate il fuoco, annunciato dai mediatori a Doha, entrerà in vigore domenica alle 12.15 con i primi ostaggi liberi alle 16.00. Dovrebbero essere 3 civili, probabilmente donne, il cui nome sarà rivelato da Hamas oggi, 24 ore prima del loro rilascio. In cambio, Israele ha reso note le identità dei primi 95 detenuti palestinesi che potrebbero lasciare le celle israeliane. Si tratta di 25 uomini, tutti di età inferiore ai 21 anni, e di 70 donne. I più giovani hanno 16 anni. Una dei nomi più noti che compare nella lista è quello di Khalida Jarrar, membro di spicco del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, che negli ultimi anni è entrata e uscita dalle prigioni israeliane.
Tra gli altri prigionieri di alto rango, dovrebbe esserci anche il famigerato terrorista di Fatah Zakaria Zubeidi, che nel 2021 era stato coinvolto in una fuga da un centro di detenzione di massima sicurezza nel nord di Israele prima che lui e gli altri evasi venissero nuovamente arrestati. L'elenco in ebraico pubblicato online afferma che Zubeidi non verrà inviato all'estero, il che gli consentirà di tornare a casa, nella città di Jenin, nella Cisgiordania settentrionale, dove era comandante delle Brigate dei Martiri di Al-Aqsa di Fatah. L'anno scorso le Idf hanno ucciso suo figlio Mohammed insieme ad altri uomini armati in un attacco con i droni, descrivendo il giovane Zubeidi come "un importante terrorista della zona di Jenin", focolaio di attività terroristiche nell'ultimo anno.
Il presidente dell'Autorità nazionale palestinese Mahmoud Abbas ha dichiarato la disponibilità del governo palestinese ad assumere la piena responsabilità della gestione della Striscia di Gaza. In una nota diffusa dall'agenzia ufficiale palestinese Wafa, la presidenza ha confermato di aver ultimato tutte le procedure necessarie per assumere il controllo del territorio.
La dichiarazione sottolinea che il governo palestinese si impegnerà nel ritorno degli sfollati alle loro abitazioni, nella fornitura di servizi essenziali per la popolazione e nella gestione delle complesse operazioni di ricostruzione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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