I documenti dell’intelligence occidentale visionati dal Financial Times hanno mostrato che la marina militare russa è preparata a colpire obiettivi in profondità in Europa. Un pericolo non da poco per la Nato, considerando che i Paesi membri dell’alleanza hanno meno del 5% delle capacità antiaeree necessarie a difendersi da un attacco su larga scala della Federazione.
Nell’articolo del quotidiano britannico è stata riportata una mappa, su cui sono stati evidenziati 32 potenziali bersagli delle testate atomiche di Mosca sul suolo del Vecchio Continente. Secondo quanto evidenziato dai file dell’intelligence, i target della flotta russa del Mar Baltico sarebbero in gran parte in Norvegia e in Germania. Tra questi, vi sarebbero molte postazioni radar, strutture delle forze speciali e la base navale di Bergen.
Le squadre navali settentrionali, invece, dovrebbero colpire obiettivi industriali, come il cantiere per sottomarini a Barrow-in-Furness, nel Nord-Ovest dell’Inghilterra, e diverse località nei territori controllati da Oslo. Nei documenti è segnalato anche un obiettivo vicino a Hull, una città nello Yorkshire. Nei documenti visionati dal Financial Times è indicato con una ciminiera, quindi potrebbe trattarsi di un sito industriale. Nella mappa messa a punto dal quotidiano britannico viene mostrato anche come questa strategia sarebbe applicabile nel Mar Nero. Gli obiettivi, in quel caso, sarebbero situati in Bulgaria, Romania e Turchia. Tra questi, vi è anche il Bosforo.
L’obiettivo di attacchi del genere è quello di “indebolire il potenziale militare ed economico” della Nato. Secondo gli analisti, questo significa che le forze russe colpirebbero strutture civili e strategiche, esattamente come in Ucraina. Dara Massicot, senior fellow del Carnegie Endowment for International Peace, ha affermato che gli strateghi della Federazione hanno messo a punto questi piani dando un ruolo centrale alle armi nucleari vista la loro carenza di dispositivi bellici convenzionali. “Semplicemente, non hanno abbastanza missili”, ha spiegato.
L’utilizzo di armi di distruzione di massa è stato ventilato più volte da Vladimir Putin e da altri alti funzionari della Federazione, in particolare dal vicepresidente del Consiglio di sicurezza nazionale Dmitri Medvedev.
Nel maggio scorso, il presidente di Mosca ha sottolineato che i Paesi europei “devono ricordarsi che sono Stati piccoli e densamente popolati”. Secondo gli esperti, queste costanti minacce sarebbero considerate dai quadri dirigenti del Cremlino come la chiave di volta per “sbloccare l’arrendevolezza occidentale”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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