Radar puntati sull'Iran e sistemi antimissile: il ruolo della base segreta Usa "Site 512" in Israele

Situata sulla cima del monte Har Qeren nel deserto del Negev, a soli 30 chilometri dalla Striscia di Gaza, "Site 512" ha come obiettivo principale quello di intercettare i missili iraniani

Radar puntati sull'Iran e sistemi antimissile: il ruolo della base segreta Usa "Site 512" in Israele
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L’escalation del conflitto in Medio Oriente ha spinto gli Stati Uniti a un coinvolgimento più diretto, con il presidente Joe Biden che ha recentemente autorizzato l'invio del sistema di difesa aerea Thaad (Terminal High Altitude Area Defense) in Israele. Questo schieramento prevede anche l’arrivo di circa 100 soldati americani: è la prima volta che truppe statunitensi vengono inviate in Israele dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre. Ma Washington ha nello Stato ebraico una "base segreta", situata sulla cima del monte Har Qeren, nel deserto del Negev, a soli 30 chilometri dalla Striscia di Gaza. Conosciuta con il nome Site 512, come riporta Guido Olimpio sul Corriere della Sera, la base ospita un radar mobile, i Patriot e forse anche un già menzionato Thaad appena inviato da Biden a supporto di Tel Aviv. Aperto nei primi anni 2000 dall'amministrazione Bush, inizialmente il sito poteva ospitare meno di un centinaio di soldati: ma dopo le espansioni del 2017 e del 2023, sono state costruite delle caserme in grado di accogliere 1.000 persone. Attualmente sono circa 300 i militari di stanza alla base.

La base degli Stati Uniti in Israele

In passato la base Usa è stata descritta come una “cooperative security location”, termine che suggerisce una presenza leggera, ma che oggi in realtà, secondo quanto riportato da The Intercept, potrebbe arrivare al migliaio di unità. Nonostante la vicinanza con la Striscia di Gaza, il principale obiettivo del Site 512 è quello monitorare le minacce di missili balistici provenienti dall'Iran: non è infatti stata pensata per rilevare i migliaia di razzi lanciati dai militanti palestinesi contro Israele. La base è dotata del radar AN/TPY-2, sviluppato da Rtx (ex Raytheon), in combinazione con il sistema anti-missilistico Thaad. Il radar AN/TPY-2 è uno dei più potenti per tracciare missili balistici, con una portata che va da 540 a quasi 3000 chilometri. Per tale motivo, la base Usa ha un ruolo importante nel contrastare le attività della Repubblica islamica nella regione.

Focus sull'Iran, non su Hamas

Nonostante l'elevato livello tecnologico e le risorse di cui dispone Site 512, questa base non è riuscita a rilevare in tempo l'attacco lanciato da Hamas il 7 ottobre 2023. Una delle ragioni di questo fallimento, spiega The Intercept, sembra essere il fatto che le attività di sorveglianza e monitoraggio del sito erano principalmente orientate verso l'Iran, a circa 700 miglia di distanza, lasciando scoperta l'area da cui è partito l'attacco dei terroristi palestinesi. La struttura, il cui costo si aggira intorno ai 35,8 milioni di dollari, è rimasta segreta fino a qualche mese fa. La prima menzione di Site 512 è emersa solo indirettamente in un contratto del Pentagono reso noto il 2 agosto 2023, il quale conteneva riferimenti alla base senza però entrare nei dettagli della sua funzione o localizzazione esatta.

Secondo Paul Pillar, ex capo analista del Centro antiterrorismo della Cia, l'esistenza di basi militari segrete come questa non è insolita. In molti casi, Washington sceglie di mantenere il segreto non tanto per impedire che un avversario le scopra – cosa che comunque potrebbe accadere – ma per evitare di doverle riconoscere ufficialmente per ragioni diplomatiche o politiche.

Pillar ha spiegato che ammettere pubblicamente l'esistenza di una base come Site 512, o riconoscere il coinvolgimento militare degli Stati Uniti in Israele, potrebbe avere ripercussioni diplomatiche significative, generando reazioni negative a livello internazionale e alimentando tensioni con altre nazioni del Medio Oriente. In ogni caso, questa struttura rappresenta un chiaro simbolo della stretta collaborazione tra Washington e Tel Aviv, una partnership che tende a rafforzarsi in momenti di profonda crisi e tensioni come quello attuale.

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