L'Ucraina e le "formule magiche" per sconfiggere la Russia: cosa può fare ora l'Occidente

Le strategie di "strangolamento" della Russia non hanno funzionato e Mosca vede un'opportunità fornita dal fattore tempo

L'Ucraina e le "formule magiche" per sconfiggere la Russia: cosa può fare ora l'Occidente
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Mancano pochi mesi al secondo anniversario della guerra in Ucraina e la sconfitta della Russia sembra ancora ben lontana. La controffensiva dell’esercito di Kiev non ha conseguito i risultati sperati da Volodymyr Zelensky e dagli alleati occidentali, il conflitto in Medio Oriente ha reclamato l’attenzione dei media e il supporto per il Paese invaso sta diminuendo. In particolare, il Congresso degli Stati Uniti è bloccato dalle frange repubblicane più intransigenti, le quali reclamano ciò che, dall’inizio dell’invasione di Mosca, è mancato: una strategia di lungo periodo e non altre "formule magiche".

Il tempo, infatti, sarebbe dalla parte di Vladimir Putin. Il leader del Cremlino può contare su risorse virtualmente infinite in termini di uomini e mezzi. Le sue industrie belliche, come riportato dal Wall Street Journal, superano nettamente la produzione delle loro controparti occidentali e il passaggio di retorica da “denazificazione dell’Ucraina” a “scontro con l’Occidente” sembra avere una sufficiente presa sul popolo. Sul campo di battaglia, non vi sono indicazioni del fatto che le truppe di Mosca stiano perdendo quella che è ormai diventata una guerra d’attrito. Certo, stanno subendo perdite molto elevate ad Avdiivka, ma sono riusciti ad impedire uno sfondamento a sud e a riconquistare il terreno perduto attorno a Bakhmut. Anche l’Ucraina non manca di meriti dal punto di vista bellico. La sua inaspettata resistenza ha dato tempo ai Paesi Nato e Ue per organizzare le spedizioni di equipaggiamento, mentre l’utilizzo sapiente di strategie mordi-e-fuggi e di droni le ha permesso di decimare l’esercito russo, annullandone il processo ventennale di modernizzazione.

Kiev, però, dipende ormai interamente dagli alleati occidentali sia per quanto riguarda il rifornimento delle truppe, sia per la sua sopravvivenza economica. In questo, i Paesi del blocco a guida statunitense hanno dimostrato una compattezza e una capacità di azione sorprendente. Le strategie dirette contro la Russia, al contrario, hanno esaurito rapidamente la loro efficacia. L’esclusione dal mercato occidentale e le sanzioni hanno portato Mosca a rafforzare i suoi rapporti economici con Cina, India, le nazioni ex-sovietiche e il cosiddetto “Sud globale”, una pletora di Stati che fungono sia da sbocchi, sia da tramiti per i prodotti russi. Gli oligarchi del petrolio si sono dimostrati capaci di mantenere costante l’afflusso di denaro nelle casse del Cremlino, permettendogli di finanziare le forze armate per le quali, nel 2024, la Federazione spenderà il 6% del Pil.

Lo strangolamento economico della Russia è fallito, così come l’idea di una sua sconfitta sul campo di battaglia o di una deposizione dello zar. Con l’arrivo della stagione fredda, Mosca riprenderà il bombardamento delle infrastrutture ucraine, mettendo a dura prova la resistenza della popolazione.

Il piano di Putin di “prendere per fame” il Paese invaso e l’Occidente sembra iniziare a dare i suoi frutti. Le cancellerie della Nato e dell’Ue, ora, devono riorientare la loro politica e i loro messaggi ai cittadini verso l’idea di una guerra di lungo corso, perché le “formule magiche” non hanno funzionato.

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