Alla fine, a colpi di moralismo si poteva solo arrivare al processo alle streghe. E, si sa, la strega è vecchia, brutta, lasciva, moralmente perversa. Oggi la strega in Francia è Michel Houellebecq. Per accorgersene basta partire dal lungo articolo su di lui pubblicato da Liberation: «Michel Houellebecq. Enquête sur une dérive». O dai moltissimi attacchi subiti a causa della sua propensione al sesso mercenario o al fatto che sia stato filmato un video porno che poi ha fatto bloccare dai suoi avvocati.
Per carità Houllebecq può piacere o non piacere come scrittore, le sue idee sono discusse e discutibili. Quello che però sta accadendo ora in Francia è un po' diverso. Houellebecq ha offeso con la sua scrittura molti moralisti sia di destra sia di sinistra. Ora che dice cose che possono piacere a destra, pare che la sua vita che, strano, a tratti tocca gli argomenti della sua scrittura sia diventata offensiva a sinistra. Lontana dai dettami del politicamente corretto. E quindi cala la mannaia dei ben pensanti sullo scrittore che vive «male», che non è sincero, che non è coerente che è un «pervertito». Tutto molto più facile che riflettere sulle idee di Houellebecq sull'islam, il fine vita o la religione, la patente di immoralità risolve tutto molto più in fretta.
Un po' come accusare Galileo di fare gli oroscopi... Un po' come dire che Baudelaire non è il caso di leggerlo, figurarsi Rimbaud e quel Verlaine là con la sua mania delle pistole (fortunatamente accompagnata da cattiva mira). Se parliamo di Pasolini poi, con i canoni della Francia del 2023 sarebbe stato messo al rogo. Eppure il fatto che non si possa giudicare l'opera d'arte sulla base della moralità dell'artista dovrebbe essere ormai un fatto acclarato.
E invece è sconcertante come scrive la giornalista Mélanie Gouby, «che qualcuno possa essere sorpreso dal fatto che Houellebecq sia, in effetti, quello che ci ha sempre detto di essere». Houellebecq si è messo a nudo e «squartato» per i suoi lettori, i moralisti preferiscono mettere la mordacchia al prossimo, solo dopo squartarlo quando tace.
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