Si sono presi il Cinema Teatro Ariston di Sestri Levante per raccontare che «O zeneize in te scheue» accidenti se ha un senso. Col placet di Comune, Direzione Didattica e Associazione Culturale O Leudo, ma la colpa è di Bruno Minardi, quel nonno Bruno che s'è cresciuto per tutto l'anno i centoquattro bambini delle classi terze, quarte e quinte dei plessi di Santa Vittoria e Pila sul Gromolo, a suon di fonetica e filastrocche e li ha trascinati in teatro perché il successo fosse condiviso. In quel genovese masticato dai bambini che riagguantano il linguaggio dei "vecchi" e lo arrotano nei ruoli per non smarrirne la memoria. Sul palco, con Bruno a monologare e loro a dare voce e cuore ai suoi testi. Le filastrocche per i bimbi di terza; le quinte alle prese con la minicommedia «L'asso spassin» e la favola «A montagna che-a luxe», già premiata in Provincia nell'ambito del concorso «I favolosi nonni». Bruno ci ha messo le stoffe e le mamme hanno cucito i costumi. E il teatro sfuma nel tempo, nei ricordi, nelle tradizioni, in quei suoni di una quotidianità ormai seppia. «Eh no - avverte Bruno - io la mia missione ce l'ho ben chiara. Non dobbiamo sentirci estranei a casa nostra. È una questione di vita». Lui, 78 anni, da sei ad insegnare gratis il genovese nelle scuole del Levante (diciotto in tutto), «per resuscitarlo. E una possibilità sta nelle generazioni che verranno. La mia speranza, forse utopica, è di mantenere vivo quello che ci hanno insegnato i nostri vecchi».
Cominciando dalle scuole; in mezzo a loro Bruno ritrova passione ed entusiasmo, si commuove, schiarisce la voce e ringrana. Un nonno che inforca gli occhiali, t'apostrofa in genovese e dà cuore ad una dimensione. Gongola tra i suoi ragazzi, ogni anno di più a vivere la favola bella di una storia che appartiene al presente.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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