Come è stata eseguita l’identificazione di Osama Bin Laden tramite il Dna? E con chi è stato comparato il codice genetico dello sceicco del terrore per appurare se si tratti effettivamente di lui? Un lungo articolo sulla rivista New Scientist pone alcune questioni sul metodo di identificazione dell’uomo ucciso nel blitz delle forze Usa il 2 maggio. Secondo il governo degli Stati Uniti, il corpo di Osama bin Laden è stato identificato con l’analisi del Dna, che ha dato, ha detto John Brennan, capo del Consiglio per la sicurezza nazionale, "una valutazione affidabile al 99,9 per cento". Questo spiegano gli esperti, però significherebbe che il Dna di Osama è stato confrontato con quello di un fratello o una sorella. Che però il leader di Al Qaeda non aveva, a fronte di un esercito sterminato di oltre 50 fratellastri.
Secondo Rhonda Roby, genetista forense presso l’Università del North Texas Health Science Center, Fort Worth, il confronto genetico con un fratellastro offre una attendibilità inferiore al 90%: molto, certo, ma non la certezza sbandierata dagli Usa. Inoltre, spiega Roby, che ha guidato la squadra chiamata a identificare tramite Dna le vittime dell’11 settembre, l’analisi basata sul corredo genetico di fratellastri è più complessa e meno affidabile di quelle basate su fratelli e figli. Ma di chi era, allora il Dna confrontato con quello di Bin Laden? I giornali hanno parlato di una sorellastra di Osama, morta al Massachusetts General Hospital di Boston, ma l’ospedale non ha confermato la notizia. "Non vi è alcuna prova che era qui", dice il portavoce Sue McGreevey.
E l’agente speciale dell’FBI Greg Comcowich non ha confermato né smentito alcuna iniziativa investigativa. Alla domanda se l’agenzia avrebbe rilasciato ulteriori informazioni sulle analisi del DNA, ha risposto: "Non che io sappia".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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