
E sono venti. All'Allianz MiCo di Milano torna da sabato prossimo Identità Milano, il più importante congresso di cucina d'Italia. Tre giorni, dal 22 al 24 febbraio, per raccontare le sfide della gastronomia contemporanea in compagnia dei personaggi più importanti della scena italiana e mondiale ai quali quest'anno gli organizzatori hanno chiesto, «per evitare il rischio di celebrarci», come ricorda il fondatore Paolo Marchi, di raccontare il loro futuro. Impossibile elencare tutti gli eventi che riempiranno i 13mila metri quadri dell'Allianz MiCo-North Wing per tre giorni fitti di idee e stimoli. Rispettando il format della rubrica, ecco sette appuntamenti raccontati in ordine cronologico tra quelli secondo me più stimolanti, non necessariamente tra i nomi più celebrati.
Andrea Antonini Lo chef di Imàgo, il ristorante dell'hotel Hassler di Roma, si sta imponendo come uno dei giovani cuochi italiani più concentrati e rigorosi, interessato a una sostenibilità non solo genericamente ambientale (a cui si dedica comunque con una grande attenzione al vegetale) ma anche umana e sociale. È molto attento agli orari delle cene, a tempi e ritmi che lascino spazio al riposo della sua squadra. Due gli appuntamenti con lui al MiCo: sabato alle 12,45 in sala Emerald 1 in Identità di Formaggio e domenica sul palco principale alle 10,30 in un saluto con Paolo Marchi, Claudio Ceroni, Roberto jr e Veruschka Wirth (titolari dell'Hassler) e il suo restaurant manager Marco Amato.
Janaina Torres Domenica 23 febbraio alle 14,15 sul palco principale si racconta una delle figure trainanti della gastronomia e società latino-americana. Brasiliana di San Paolo, cheffe del popolare A Casa do Porco e miglior chef donna al mondo 2023 per la Fifty Best, protagonista di una cucina popolaresca, animalesca, autentica, etica e profonda. Quando si dice mettere d'accordo critica e pubblico, cosa che nella gastronomia non accade di frequente.
Tommaso Zoboli Alle 15,30 di domenica sul palco grande è il momento di questo cuoco che a Modena, da Patrizia, propone una cucina non allineata, che si consuma seduti a un tavolo sociale da otto o a un bancone. Mangiando con uno sconosciuto (e trovandolo bello).
Marco Ambrosino Sempre domenica e sempre sul palco principale alle 16,30 è il momento di scoprire questo colto e profondo cuoco procidano, che fa vera cucina «impegnata», perfino politica per il modo in cui conserva il contatto con l'ambiente circostante. Era al 28 Posti di Milano poi ha capito che nella sua terra avrebbe potuto lavorare in un contesto più fertile e ha aperto il Sustanza a Napoli.
Antonia Klugmann Cheffe di umanità e limpidezza uniche, ha il suo ristorante lontano da tutto, a Dolegna del Collio, l'Argine a Vencò, dove propone la sua cucina di rigore e sentimento, rinunciando alle «hit» e privilegiando i percorsi mentali del momento. Eccola lunedì alle 11,40 sul palco grande.
Aitor Arregi Dopo di lei, lunedì alle 12,15, sempre sul palco grande, è la volta di questo chef che ha trasformato un bar per pescatori a Getaria, nei Paesi Baschi, in un luogo culto, Elkano, noto per le radici profonde, per l'utilizzo di ogni parte degli animali e per un rombo alla griglia indimenticabile.
Gianfranco Pascucci Chef del Porticciolo a Fiumicino, ha un approccio colto e ragionato alla materia prima, in particolare
quella che arriva dal mare , di cui è considerato uno dei migliori interpreti in Italia. Profondamente umano, e consapevole, si racconterà lunedì alle 15,45 in sala Emerald 1 nell'ambito di Identità di Pesce. Imperdibile.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.